LE PRIMARIE SONO PER PAESI SERI, NON FANNO PER L’ITALIA DEI TAROCCHI: DA NOI C’E’ CHI PRETENDE DI ESSERE NOMINATO CANDIDATO PREMIER DELLA SINISTRA GRAZIE AI VOTI DELL’ELETTORATO DEL CENTRODESTRA
IN FUTURO IL SUCCESSORE DI BERLUSCONI LO NOMINERANNO GLI ELETTORI DI CENTROSINISTRA? ….E ANCHE I SEGRETARI DI PARTITO VERRANNO ELETTI DAGLI AVVERSARI POLITICI?
Partiamo da una constatazione iniziale: il “modello primarie” è stato importato in Italia dagli Stati Uniti dove sono gli elettori democratici e repubblicani, regolarmente iscritti nelle liste dei rispettivi partiti, a indicare chi dovrà essere il “competitor” e il loro paladino alle elezioni presidenziali americane.
Se nessun candidato è di tuo gradimento puoi non dare alcuna indicazione, se cambi idea sull’area di riferimento basta che ti fai cancellare dalla lista e sei libero di votare chi ti pare.
Nello specifico: un conto è che un candidato alla presidenza, dopo essere stato nominato come candidato ufficiale alla Casa Bianca, cerchi di portare via voti all’area avversa, anche corteggiandola, altra cosa che chieda aiuto alla stessa prima, ovvero di essere votato alle primarie contro uomini del suo stesso partito, incidendo quindi su una scelta che non li riguarda.
Quanto sta accadendo in Italia dovrebbe farci riflettere su quanto siano patetiche le nostre “primarie alla puttanesca”, espressione del taroccamento politico cui è ridotto ormai il nostro Paese.
Non entriamo nel merito delle strategie interne alla coalizione di centrosinistra, ma nella coerenza sostanziale.
Renzi ha perfettamente diritto (come Bersani, Vendola e tutti gli altri canddiati minori) ad ambire al ruolo di candidato premier, ma si faccia votare dal proprio elettorato, non dalle truppe cammellate di centrodestra che potrebbero avere interesse a manipolare il risultato.
Pensa di non vincere coi soli propri voti? E chi gli ha detto di presentarsi?
Di questo passo, vi immaginate se un domani il centrodestra indicesse le primarie per il dopo Berlusconi?
Visto che non sarebbero certo milioni i cittadini che si recherebbero alle urne basterebbe che l’elettorato di centrosinistra partecipasse, convergendo su un nome a loro provocatoriamente gradito, e magari il Pdl si ritroverebbe la Minetti in corsa per palazzo Chigi.
Il fatto che Renzi non si vergogni neppure a insistere su questa tesi rappresenta uno spaccato del livelllo cui è giunta la politica italiana.
Renzi deve solo dimostrare che le sue tesi “liberal” sono condivise dalla maggioranza degli elettori del centrosinistra: semplicemente questo.
Non ci riesce? Resti minoranza interna.
Questo dice la logica e il buon senso.
Oppure aspetti il dopo-Berlusconi e si candidi per il centrodestra, magari nessuno si accorgerebbe della differenza.
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