LEGITTIMO IMPEDIMENTO: SPUNTA L’IPOTESI DI UN MINI-RINVIO
MANCA MENO DI UNA SETTIMANA ALL’UDIENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE CHE DECIDERA’ LE SORTI GIUDIZIARE DEL PREMIER… MARTEDI POTREBBERO DECIDERE, COSI’ COME RINVIARE A GIOVEDI: MASSIMO RISERBO E CLIMA DI TENSIONE
Meno sette giorni alla fatidica udienza pubblica alla Corte costituzionale sul legittimo impedimento che deciderà delle sorti giudiziarie di Silvio Berlusconi. C’è il presidente Ugo De Siervo nel palazzo antistante il Quirinale. C’è il suo staff.
I 15 giudici lavorano quasi tutti a casa, alle prese con le sentenze da scrivere e con l’ultimo documento che il collega Sabino Cassese, il relatore dell’attesissima pratica, ha inviato a tutti.
Testo riservatissimo, 40 pagine con tanto di allegati che illustrano puntigliosamente la giurisprudenza e lo stato dell’arte, pieno di ipotesi e sotto ipotesi, di lettura non certo facile, visto che in punta di diritto illustra lo stato della questione, le possibili soluzioni, senza privilegiarne al momento nessuna.
La cosiddetta legge-ponte al lodo Alfano in veste costituzionale, che non ha mai visto la luce, potrebbe ottenere un pieno via libera.
Potrebbe, all’opposto, essere azzerata del tutto.
Ma potrebbe anche essere bocciata o salvata in parte con delle sentenze interpretative.
In un caso la legge resterebbe in vigore, ma solo a patto di essere interpretata dai giudici in modo da salvarne la costituzionalità .
Nell’altro verrebbe in parte integrata, “spiegata” dalla stessa Consulta, con delle aggiunte che ne garantirebbero la coerenza con la Carta.
Ma quale soluzione potrà prevalere sull’altra?
Il relatore Cassese di certo non lo dice perchè, come spiegano alla Corte, ciò non rientra nella prassi.
Solo nella prima camera di consiglio dopo l’udienza pubblica Cassese renderà oralmente pubblica la sua via d’uscita,
Si vive un’atmosfera di tensione e di massimo riserbo alla Consulta.
Tant’è che il presidente De Siervo ha raccomandato a tutti il più rigoroso silenzio. Stop a qualsiasi indiscrezione.
Perfino sulla previsione dei tempi in cui la decisione sarà presa e subito resa pubblica.
Fonti autorevoli accreditano due ipotesi.
La prima: il consesso dei giudici si riunisce la mattina di martedì 11 gennaio e, in udienza pubblica, ascolta cos’hanno da dire i difensori.
Poi, subito dopo pranzo, gli stessi 15 si chiudono in camera di consiglio e di lì non escono finchè non viene scritto il dispositivo della sentenza che, com’è avvenuto per la decisione sul lodo Alfano, viene subito diffuso alla stampa. Ma c’è una seconda ipotesi di lavoro.
In cui si prevede di esaminare la questione martedì pomeriggio e rinviare però la decisione a giovedì.
Nel frattempo, mercoledì, sarà trattato il caso dei referendum proposti da Antonio Di Pietro – acqua, nucleare, lo stesso legittimo impedimento – per cui la Corte deve decidere l’ammissibilità .
A quel punto, giovedì, contestualmente, entrambe le scelte verrebbero rese pubbliche.
à‰ una road map che non convince chi, sulla legge che tiene congelati i tre processi milanesi del Cavaliere, chiede una pronuncia presa e resa ufficiale nel corso dello stesso pomeriggio, per evitare qualsiasi pressione o possibile fuga di notizie.
Ma poichè il verdetto sulla costituzionalità del legittimo impedimento influisce anche sul referendum, il rinvio a giovedì troverebbe una sua giustificazione.
L’ultima incertezza riguarda il numero dei giudici. Tutti e 15? O qualche defezione?
La Saulle, reduce da problemi sanitari, sarà presente o darà forfait?
Sia lei che De Siervo sono fortemente irritati proprio per le indiscrezioni sulla sua salute.
Lei ha assicurato che ci sarà .
Qualora ciò non fosse possibile, ci sarebbe il rischio di un voto sette contro sette.
Sette di destra e sette di sinistra.
In quel caso, a decidere il risultato della partita sarebbe il presidente il cui voto, in caso di parità , vale doppio.
Ma, sottolineano alla Corte, queste sono solo supposizioni e ipotesi che nessuno, a oggi, è in grado di confermare, visto che lo schieramento dei giudici è ancora in alto mare.
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