L’EX MAGISTRATO FELICE CASSON DISTRUGGE CARLO NORDIO: “FORSE HA DIMENTICATO LA SUA STORIA”
L’EX COLLEGA A VENEZIA: “NORDIO DICE CHE HA CAMBIATO IDEA SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE A CAUSA DI UN SUICIDIO? E COSA C’ENTRA?”… “SUL CASO ALMASRI HA RACCONTATO UN SACCO DI BALLE”
L’ex magistrato Felice Casson è stato per vent’anni a Venezia collega dell’attuale ministro Carlo Nordio. E ricorda benissimo la lettera contro la separazione delle carriere che il Guardasigilli ha firmato nel 1994: «Ma io non lo firmai, non perché non fossi d’accordo, semplicemente non ero iscritto all’Associazione
magistrati, non ho mai fatto parte di alcuna corrente». Casson non capisce perché Nordio dica che ha cambiato idea dopo il suicidio di un indagato: «Cosa c’entra con la separazione delle carriere?», dice a Concetto Vecchio che lo intervista per Repubblica.
Nordio, ricorda Casson, «ha iniziato come giudice in tribunale nel 1978, molti anni dopo è passato a fare il pubblico ministero. Il mio stesso percorso: prima ho fatto il giudice istruttore, solo negli ultimi dieci anni sono passato nelle funzioni inquirenti». Ora che è contrario alla separazione delle carriere «forse ha dimenticato una parte della sua stessa storia». E anche sul caso Almasri «ha raccontato un sacco di balle». Anche se lui cerca «di giudicarlo dai fatti, sulla persona mi avvalgo della facoltà di non rispondere».
Del suo passaggio da giudice a pm ricorda «una grande ricchezza anche professionale. La forza della cultura dei diritti. La possibilità di vedere il processo da più punti di vista». Per il centrodestra la separazione renderà il processo più giusto. «Ma io non ricordo un solo caso di assoluzione o di condanna per il fatto di essere stati colleghi tra giudici o pm».
La separazione delle carriere
Negli anni ha chiesto di cambiare funzione l’un per cento dei magistrati. Di fatto la separazione c’è già: «Il vero vulnus è che il pubblico ministero non deve essere isolato facendone un corpo
autonomo. Anche perché questo sarebbe il primo passo per portarlo sotto il controllo diretto dell’esecutivo».
Ma questa è una battaglia del centrodestra da anni «per un fatto vendicativo, verso una magistratura che dà fastidio». Perché ci stanno riuscendo soltanto adesso, dopo tanti proclami? «In Parlamento hanno una maggioranza schiacciante, e quindi riescono a fare passare tutto. E poi il clima nel Paese è cambiato».
(da Open)
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