LIBIA, HAFTAR BOMBARDA L’AEROPORTO DI MISURATA DOVE C’E’ IL CONTIGENTE ITALIANO DI 300 SOLDATI, DA DUE MESI A RISCHIO
I GOVERNI ITALIANI SONO SOLO CAPACI A FINANZIARE LE BANDE LIBICHE E A METTERE A RISCHIO I NOSTRI MILITARI…DA CONTE 1 A CONTE 2 LA MUSICA NON CAMBIA: SOLDI AI CRIMINALI PER FARE IL LAVORO SPORCO DI TRATTENIMENTO DEI DISPERATI NEI LAGER MENTRE 300 ITALIANI RISCHIANO LA PELLE
Un’altra notte nei rifugi per i soldati italiani in Libia, mentre a poche centinaia di metri sono piovuti i missili.
Anche ieri dopo il tramonto i droni del generale Haftar hanno attaccato l’aeroporto di Misurata, dove si trova l’ospedale delle missione Ippocrate con trecento nostri militari.
Le autorità di Bengasi hanno dichiarato che il bersaglio erano due bunker, usati dai tecnici turchi che assistono il governo di Tripoli.
E questa mattina il portavoce dell’armata di Haftar, il generale Ahmed al-Mismari, ha annunciato che i bombardamenti saranno intensificati per “per colpire le infrastrutture turche che si trovano negli aeroporti di Misurata e Mitiga”.
È dal 26 luglio che la spedizione italiana in Libia si trova sotto tiro.
Da quel giorno la guerra civile si è allargata anche a Misurata, la città delle milizie più addestrate schierate al fianco di Tripoli. Lì dove nel 2015 è stato allestito l’ospedale italiano: inizialmente ha curato i feriti della lotta contro lo Stato Islamico, adesso assiste soltanto la popolazione civile.
La nostra struttura è ospitata in una palazzina a 300 metri dall’Air College, diventato l’obiettivo dei raid che si ripetono quasi ogni settimana. In almeno un caso, le incursioni hanno distrutto aerei carichi di munizioni, provocando esplosioni devastanti. Ma finora non ci sono stati danni per il nostro personale.
Dopo una pausa a metà settembre, i bombardamenti sono ripresi. Secondo alcuni osservatori libici, gli ultimi due attacchi delle forze di Haftar volevano lanciare anche un messaggio all’Italia: sono avvenuti mentre erano in visita a Roma il presidente del governo tripolino Fayez al-Serraj e il segretario di Stato americano Mike Pompeo.
Ma questa interpretazione viene respinta dai nostri comandi: i raid sarebbero dettati solo dalle dinamiche del conflitto civile, con i contendenti impegnati a distruggere reciprocamente le basi aeree e i droni da combattimento.
Di fatto, però, i trecento soldati italiani dell’aeroporto di Misurata – uomini e donne della Sanità Militare con un contingente di parà per la protezione diretta della struttura – si trovano da oltre due mesi in piena zona da guerra.
O si ritira il nostro contingente o si provvede a metterli in sicurezza.
Invece siamo impegnati a finanziare i criminali libici affinchè trattengano nei lager i migranti e a legittimare quella associazione a delinquere che è la guardia costiera libica.
(da agenzie)
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