L’INELEGGIBILE, L’EX SOTTOSEGRETARIO E L’EX MINISTRO: ECCO IL NUOVO CSM
SCELTI CON CURA: LA BENE (PD) NON HA NEANCHE I TITOLI NECESSARI
Ieri sera, dopo la notizia che nè Luciano Violante nè Donato Bruno hanno conquistato la Corte costituzionale, altri tre nomi per il Consiglio superiore della magistratura: sono i “laici” – nel senso che li elegge il Parlamento e non una delle magistrature – Elisabetta Alberti Casellati (in quota Forza Italia), Renato Balduzzi (Scelta Civica) e Teresa Bene (Partito democratico).
Tutti passati a un pelo dal quorum di 482 voti del settimo scrutinio (i tre quinti degli 802 votanti): Casellati ha raccolto 489 voti, gli altri due 486. Il trio si aggiunge ai colleghi Giovanni Legnini (Pd), Antonio Leone (Ncd) e Giuseppe Fanfani (Pd), eletti la scorsa settimana
Oea all’appello mancano gli ultimi due componenti “laici” del Csm: dovrebbero essere Luigi Vitali per Forza Italia e Nicola Colaianni, proposto dal Movimento 5 Stelle, hanno portato a casa rispettivamente 418 e 125 voti.
Per loro servirà l’ottava votazione, che andrà di pari passo con quella per i due membri della Consulta di nomina parlamentare.
Fin qui la cronaca, ma analizzando i tre nuovi nomi regalati al Csm dal nostro Parlamento c’è più di un dato da sottolineare.
Partiamo da Teresa Bene, giurista di area democratica.
La professoressa è stata infatti eletta nonostante non abbia i titoli per sedere nel Consiglio superiore: Bene è docente universitaria, ma associato e non ordinario come prevede la norma; è anche iscritta all’Ordine degli avvocati da più di 15 anni, ma non risulta esercitare la professione legale come invece prescrive la legge per essere eletta al Csm.
Sarà un’apposita commissione nominata nella prima seduta del nuovo Consiglio a dover sbrigare la pratica e decidere se Bene può o no sedere nell’organo di autogoverno della magistratura (la stessa situazione potrebbe verificarsi per Vitali, sotto inchiesta a Napoli).
Gli altri due presentano problemi meno rilevanti: Renato Balduzzi è l’ex ministro della Salute di Mario Monti, che però di suo è professore (ordinario) di diritto costituzionale.
Dal febbraio 2013, sempre in area montiana, il nostro è stato eletto pure deputato: cattolico assai ben introdotto nelle gerarchie vaticane, titolo non secondario nemmeno al Consiglio superiore della magistratura.
Elisabetta Alberti Casellati, veneta, senatrice di Forza Italia, come primo atto della sua nuova vita al Csm ha voluto sottolineare la sua indipendenza: ha fatto immediatamente sapere di aver telefonato a Silvio Berlusconi, noto pregiudicato. Esperta in diritto canonico e ecclesiastico, in Parlamento dal 1994, nei governi del fu Cavaliere è stata sottosegretario alla Salute (2004-2006) e alla Giustizia (2008-2011). Da eletta o da membro del governo, ovviamente, non s’è risparmiata sulle leggi ad personam e questo la rende perfetta per il Consiglio superiore.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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