L’IRA DI BERLUSCONI SU ALFANO: “IO SAREI IN MINORANZA NEL PARTITO? NON PAGO LE PRIMARIE”
PER LA CONSULTAZIONE DI DICEMBRE SERVONO TRE MILIONI DI EURO CHE IL PARTITO NON HA IN CASSA… LO SCONTRO A CENA PRIMA DI PARTIRE PER MALINDI…SENATORI SPACCATI SUL VOTO DI FIDUCIA: LA META’ SI SCHIERA CON MONTI
“Mi avete messo i gruppi parlamentari contro. Ma io non mi fermo, il mio progetto lo porto avanti comunque”.
Quando Silvio Berlusconi si ripresenta a Palazzo Grazioli al fianco di Gianni Letta, dopo una settimana lontano e dopo l'”editto di Lesmo”, e si ritrova di fronte Angelino Alfano e Fabrizio Cicchitto, Denis Verdini e il tesoriere Rocco Crimi, la tentazione di sfogarsi ha la meglio.
Non è una gran cena di compleanno, per Angelino Alfano.
“Mi avete lasciato da solo a difendermi contro i magistrati. Ora mi volete mettere in minoranza nel partito. Concentratevi pure sulle vostre primarie”, li incalza.
È quasi una sfida.
Perchè la sua lista e il suo movimento prenderanno il largo comunque, convinto – come confidava nei giorni scorsi – di raccogliere più voti del Pdl. Subito dopo la consultazione che il 16 dicembre dovrebbe conclamare Alfano alla guida del “vecchio” partito.
Le dichiarazioni, le prese di distanza di dirigenti e semplici parlamentari di questi giorni lo hanno segnato. È un leone ferito.
Da Roma non avrebbe dovuto nemmeno passare. Trattamenti ortopedici a Montecatini, in tarda serata partenza per Malindi, dove trascorrerà il ponte di Ognissanti nel resort di Briatore in Kenya.
Alla fine accetta di ricevere Angelino e pochi altri.
Anche le trattative sulla legge elettorale, sulle quali lo aggiorna Verdini, lo interessano poco. Non è un mistero che, se si tornasse alle urne col Porcellum, per il Cavaliere non sarebbe un dramma.
Il culmine della tensione nel corso della cena (alla quale non sono presenti ex An) si tocca quando viene affrontato il problema finanziario.
In via dell’Umiltà ieri hanno fatto un paio di conti e si sono accorti che per allestire una consultazione decente, il 16 dicembre, occorrono almeno tre milioni di euro.
Che il partito, pronto cassa, non ha.
Da qui la presenza anche del tesoriere Crimi in delegazione a Palazzo Grazioli.
Ma il padrone di casa non ha alcuna intenzione di scucire altri quattrini, in un partito che ormai ha lasciato al suo destino.
Tanto più per primarie nelle quali continua a ostentare tutto il suo “scetticismo”.
Non fosse altro perchè i dirigenti del partito sembrano averle organizzate come “prova di forza” contro di lui.
Meglio lasciare dirigenti e partito al loro destino, via verso i mari caldi, e arrivederci alla prossima settimana.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
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