L’ISTAT RIVELA LA BUFALA GRILLINA: DIMEZZATI I BENEFICIARI DEL REDDITO DI CITTADINANZA, DA 5 MILIONI A 2,5
META’ DELLE RISORSE ANDRANNO A CHI VIVE DA SOLO… PIU’ DELLA META’ SONO NEL SUD ITALIA … NON 780 EURO MA UNA MEDIA DI 420 EURO, PER UN SINGLE 370 EURO
Ridotta, anzi proprio dimezzata. La platea dei beneficiari del Reddito di cittadinanza passa dai 5 milioni di italiani di cui ha spesso parlato il vicepremier Luigi Di Maio ai 2,7 milioni di cittadini stimati dall’Istat.
Secondo l’Istituto nazionale di statistica italiana (e anche secondo l’Inps che abbassa la stima addirittura a 2,4 milioni di persone) il beneficio arriverà nelle case di 1, 3 milioni di famiglie italiane.
Single, coppie (con e senza figli), casalinghe, studenti, laureati e anche persone che un lavoro ce l’hanno già .
Stilare un profilo tipo del percettore del Reddito di cittadinanza è una missione impossibile, viste le caratteristiche estremamente eterogenee dei componenti di tutti i nuclei familiari coinvolti da questa misura.
L’Istat però ha provato comunque a dare più informazioni possibili sulla platea dei beneficiari del provvedimento e ne sono emersi diversi aspetti interessanti.
Prima di tutto, l’importo annuo medio percepito da ogni famiglia sarà pari a 5 mila 45 euro e il costo totale sostenuto dallo Stato sarà di 6,6 miliardi di euro, sempre su base annua.
Tra le famiglie potenzialmente beneficiarie, si stima che la maggioranza viva al Mezzogiorno (752 mila ossia il 57%), seguita dal Nord (con 333 mila nuclei familiari) e infine dal Centro (222 mila). Calcolando le relative incidenze sui territori, secondo l’Istat le famiglie che percepiranno l’Rdc saranno il 9% di quelle residenti al Mezzogiorno, il 4,1% di quelle del Centro e il 2,7% del Nord.
I single costituiscono quasi la metà (per la precisione il 47,9%) delle famiglie beneficiarie del Reddito.
A prenderlo saranno circa 626 mila e riceveranno a testa, in media, un sussidio annuo di 4 mila 469 euro (372 euro al mese)
Le coppie con figli minorenni che beneficeranno del sussidio sono circa 260 mila (il 19,6% delle famiglie beneficiarie) e percepiranno, in media, 6 mila 470 euro, quindi paradossalmente meno delle coppie con figli tutti adulti (che prenderanno invece in media 7 mila 41 euro).
Più dell’80% delle famiglie beneficiarie sono composte da soli cittadini italiani (si tratta di 1,56 milioni di nuclei familiari), mentre quelle formate da soli stranieri, cittadini dell’Ue ed extra-comunitari, si fermano a soli 150 mila (ossia l’11,5%).
Di queste ultime, quelle di soli cittadini extra-comunitari sono 95 mila (7,3%) mentre le famiglie miste di italiani e stranieri sono 102 mila (7,8%).
Complessivamente, comunque, l’85% dei percettori dell’Rdc sono italiani, mentre gli stranieri rappresentano poco meno dell’11%, in virtù delle modalità previste di erogazione del contributo.
Del milione e 791 mila destinatari del Reddito in età da lavoro (ossia tutti quelli che hanno tra i 16 e i 64 anni), 613 mila sono persone in cerca di occupazione (il 22,7% del totale), mentre tra le persone inattive spicca la rilevante presenza delle casalinghe: 422 mila (il 23,6% del totale).
Ben 428 mila percettori (il 15,8%) sono invece occupati.
Come è possibile? In realtà non si tratta di un controsenso, ma del fatto che “sono persone che fanno parte di famiglie in cui c’è una dimensione reddituale compatibile con il reddito di cittadinanza – spiega all’Huffington Post il direttore del dipartimento per la produzione statistica dell’Istat Roberto Monducci —. Sono nuclei familiari a basso reddito che percepiranno un’integrazione grazie all’Rdc anche se al loto interno c’è qualcuno che lavora. Perchè comunque l’intera famiglia è considerata sotto soglia”.
Guardando al livello di istruzione dei percettori del Rdc, si scopre che ci sono circa 120 mila laureati.
Si tratta comunque di una minoranza, visto che tre beneficiari in età da lavoro su cinque (più precisamente il 62,5%, pari a un milione 120 mila persone) hanno la terza media e il 13,4% (241 mila) ha al massimo la licenza elementare. Il 30,9% (553 mila) possiede invece un diploma di scuola superiore.
L’Istat infine ha fatto anche una valutazione complessiva dell’impatto della misura sulla disuguaglianza.
Osservando l’Indice di concentrazione del Gini (per il quale valori vicino allo 0 indicano una distribuzione egualitaria), ai ricercatori è risultato che il Reddito di Cittadinanza determinerebbe una riduzione della disuguaglianza di soli 0,2 punti percentuali, l’indice infatti passerebbe da 30,1 a 29,9%.
(da “Huffingtonpost”)
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