L’UGOLA IRRIDUCIBILE
NON C’E’ GUERRA E DEVASTAZIONE DOVE NON CI SIA AL BANO CON IL SUO CAPPELLO BIANCO CHE CANTA “FELICITA’”
Il “concerto per la pace” di Al Bano a San Pietroburgo (guest star Iva Zanicchi, inspiegabile l’assenza di Pupo) è una buona notizia: testimonia che la specie umana è indistruttibile. Non si spezza e non si piega. Non c’è guerra, bombardamento, angoscia, patimento, dittatura, umiliazione che possa seriamente attentare, in modo irrevocabile, alla serenità e alle abitudini di un cospicuo numero di persone, di tutti i Paesi e di tutte le epoche, che potremmo definire i soli veri irriducibili. Ci vuole ben altro che una guerra, o due guerre, o cento guerre, per piegarli. E chi siamo noi — direbbe il precedente papa — per giudicarli?
Non è una questione ideologica (l’ideologia, va detto, produce danni al buonumore), è proprio una questione di metabolismo. È la buona salute, il buon risveglio al mattino, è il vigore naturale dell’essere umano a organizzare il palcoscenico. Si ha da cantare, dunque si canti.
Se aguzzate l’orecchio, e fate un piccolo sforzo di fantasia, non c’è scenario della storia che sia abbastanza drammatico, abbastanza grave, da escludere che, sullo sfondo, oltre i crateri, oltre le navi affondate, sorvolando le bocche dei cannoni e il baluginare delle baionette, bucando il fumo degli incendi, ci sia Al Bano, con il
cappello bianco, che canta Felicità. Alle Termopili, a Waterloo, a Little Big Horne, sulle dune di Normandia, lui c’era già. Pare di vederlo, pare di sentirlo. Già alle Termopili il concerto era programmato da un bel pezzo, doveva forse sospenderlo?
Tra mille anni, dopo che la Quinta guerra nucleare avrà incenerito gli umani, dalle macerie si udrà una voce melodiosa: è Al Bano che canta Felicità.
(da Repubblica)
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