M5S VERSO LA SPARIZIONE IN EMILIA ROMAGNA E IN CALABRIA
4,7% IN EMILIA ROMAGNA E 6,3% IN CALABRIA, DOVE IL M5S ESCE DAL CONSIGLIO REGIONALE ( DUE ANNI FA ERA AL 43,3%)
Il confronto fra i risultati di questa tornata elettorale e quelli ottenuti alle politiche del 2018 e alle europee del 2019 dimostrano il crollo verticale dei grillini in entrambe le region
Il dato politicamente più significativo di queste elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria è senza dubbio la sparizione del M5s, schiacciato dal duello bipolare fra Pd e Lega e sostanzialmente condannato all’irrilevanza.
I cinquestelle si sono fermati al 4,7% in Emilia Romagna e al 6,2% in Calabria, dove non entreranno nemmeno in consiglio regionale.
Un crollo così verticale pesa sul futuro del Movimento, anche se il reggente Vito Crimi – che guida i cinquestelle dopo le dimissioni da capo politico di Luigi Di Maio – spende parole di rassicurazione in un lungo post sul blog delle Stelle: “Non ci arrendiamo. Abbiamo già avviato il lavoro di organizzazione che ci consentirà un maggiore coordinamento e ci permetterà di essere più presenti sui territori. Sarà fatica e sudore, ma so che siamo in grado di farlo. A una condizione: quella di restare uniti”
Sulla stessa linea anche la sindaca di Torino Chiara Appendino che commenta: “Il flop è il risultato di un Movimento che non ha più fiducia in sè stesso”.
Se paragoniamo i risultati di questa tornata elettorale a quelli delle politiche del 4 marzo 2018 e delle più recenti europee del 26 maggio 2019 si può notare come il crollo dei cinquestelle sia stato in realtà graduale e preannunciato dai flop di altre competizioni regionali, come quelle in Abruzzo del febbraio 2019 o in Umbria a ottobre sempre dello scorso anno.
Alle ultime politiche in Emilia Romagna, quando l’affluenza finale fu del 78,29%, il Movimento raggiunse la ragguardevole percentuale del 27,5 per cento, confermandosi come primo partito nella regione roccaforte “rossa” e riuscendo a battere anche il Pd, che guadagnò la seconda posizione con il 26,38%.
Già un primo calo si osservò poco più di un anno dopo alle europee, in cui i cinquestelle si attestarono al 17,07% – dieci punti in meno delle politiche – e vennero battuti dal Pd al 22,69 e dalla Lega, che salì sul primo gradino del podio con il 24,3%.
Nella regione che sarà governata per altri cinque anni da Stefano Bonaccini, i 5S erano andati meglio alle regionali del 23 novembre 2014, quando avevano totalizzato il 13,27 per cento a fronte di un trionfo del Pd con il 44,53% in piena era renziana. Ma quelle furono anche le elezioni amministrative con l’affluenza più bassa sulla via Emilia dal dopoguerra ad oggi: allora votò solo il 37,71 per cento dei cittadini, contro il 67,6& di quest’ultima tornata.
Ancora peggio sono andate le cose in Calabria per il Movimento fondato da Beppe Grillo. Le politiche del 2018, infatti, segnarono l’exploit dei cinquestelle nella Regione all’epoca governata ancora dal pd Mario Oliverio: raggiunsero infatti il 43,37%, un vero e proprio boom, affermandosi come il partito più votato e lasciando indietro sia il Pd al 14,34% che la Lega al 5,61%.
Il M5s ha tenuto in Calabria anche alle successive europee, confermandosi ancora primo partito con il 26,69 %, ma accorciando le distanze con la Lega al 22,61%.
Ora e’ crollato al 7,4%, percentuale che la esclude dal consiglio regionale
data la soglia di sbarramento per le coalizioni all’8%.
(da agenzie)
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