MA CHE AMNISTIA PER BERLUSCONI, IL PRIMO CHE HA CAPITO CHE NON RIGUARDEREBBE LUI E’ IL CAVALIERE
“E’ UNA SCATOLA VUOTA”… A PARTE CHE CI VOGLIONO I DUE TERZI DEL PARLAMENTO, IL PD NON FARA’ MAI ENTRARE I REATI FISCALI E LA PROSTITUZIONE MINORILE TRA QUELLI OGGETTO DI AMNISTIA
È Niccolò Ghedini a frenare gli entusiasmi: “Altro che segnale da Napolitano — spiega al Cavaliere – quello che ha proposto è una scatola vuota. Per l’amnistia occorrono i due terzi degli aventi diritto e il Pd ha già fatto capire che è contrario, e che comunque non farà sconti a Berlusconi”.
Silvio Berlusconi è nero. L’illusione dell’atto di clemenza è durata un attimo. Napolitano non solo non ha mosso un dito per salvarlo dai processi. Ma ora arriva anche la “beffa”.
Propone l’amnistia, ma già sapendo che, se si fa, non riguarderà Silvio Berlusconi: “Questa mossa — è l’analisi condivisa ad Arcore – è perfetta per quello là , così mentre si chiacchiera del nulla facendo finta che ci si occupa di giustizia tu esci dal Parlamento e le procure ti sbranano”.
Ecco la beffa. Sono gli avvocati del premier ad appuntare passaggio dopo passaggio del discorso letto da Grasso e dalla Boldrini: il capo dello Stato “ordina” al Parlamento un provvedimento di clemenza; lo fa anche in modo duro, puntuale, dando la scadenza entro il 28 maggio.
E duramente replica ai Cinque stelle, che subito erano saliti sulle barricate per denunciare una legge “salva-Berlusconi”: “Coloro i quali pongono la questione in questi termini — dice da Cracovia il capo dello Stato — se ne fregano del paese”.
Ma, letta da Arcore, già si capisce che non ci sono margini per risolvere il “caso Berlusconi”.
Non solo il provvedimento è indigeribile per il Pd. Ma è chiaro che sarà impossibile, semmai si avvierà la discussione, inserire i reati che riguardano il Cavaliere, come la frode fiscale e la prostituzione minorile. Lo dicono apertamente i big del Pd.
E bastava vedere le facce durante la lettura del messaggio del capo dello Stato per capire come stavolta al Nazareno nessuno ha voglia di dire “signor sì”. Nemmeno al Colle più alto.
Non è un dettaglio. È questo Parlamento a stabilire a quali reati fa riferimento il provvedimento di clemenza.
Gli avvocati del Cavaliere non ci girano tanto attorno, mentre i centralini di Arcore vengono presi d’assalto dalle colombe pidielline, ansiose di comunicare al Capo che Napolitano ha fatto una grande apertura: “E’ un atto ai limiti del sadismo — è la tesi degli avvocati — perchè figuriamoci se questo Parlamento riesce a inserire nei reati la frode fiscale e la prostituzione minore”.
Ecco perchè l’ex premier, racconta chi ci ha parlato, è contrariato, teso.
Sente attorno l’indifferenza al suo dramma. Col Parlamento chiamato a discutere di provvedimenti di clemenza che non lo riguardano mentre sarà costretto ai servizi sociali.
Con Enrico Letta, cui non più di una settimana fa ha dato la fiducia, che non ha pacificato nulla, e mente batte le mani al capo dello Stato, lavora a spaccare il Pdl.
Col Quirinale che dopo aver “orchestrato la manovra per farlo fuori” ora ne esce con la coscienza pulita, proponendo un provvedimento che non passerà .
Ed è il corno politico della mossa di Napolitano l’aspetto altrettanto inquietante: “E’ un’altra mossa — dice un azzurro di rango – per blindare il governo Letta fino al 2015”. Non è un caso che le colombe si spellano le mani ad applaudire Napolitano, a partire dal capogruppo al Senato Renato Schifani.
Mentre parecchi falchi si sono risparmiati la fatica di essere in Aula.
E chi c’era, come Daniela Santanchè, mette a verbale una frase velenosa: “Mi resta il retropensiero su come mai tale discorso sia arrivato ora e non prima della sentenza definitiva di Berlusconi”.
(da “Huffingtonpost“)
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