MACRON: NEI PRIMI CENTO GIORNI JOBS ACT, MORALIZZAZIONE DELLA VITA PUBBLICA E LOTTA AL TERRORISMO
MA A DIFFERENZA DI RENZI E DI HOLLANDE, LA RIFORMA DEL LAVORO PREVEDE CONFRONTO CON I SINDACATI E CONTRAPPESI
Emmanuel Macron avanza con il vento in poppa. Nonostante il forte tasso di astensionismo che ha caratterizzato il secondo turno delle elezioni legislative, per i prossimi cinque anni il presidente della Repubblica potrà contare su una solida maggioranza composta da 350 deputati, un numero inferiore rispetto alle stime predette nei giorni scorsi dai sondaggi, ma sufficiente per cominciare a mettere in moto la macchina delle riforme.
A questo si aggiunge poi un calendario favorevole, visto che i francesi torneranno alle urne tra due anni per le elezioni.
Tra i progetti in cantiere, priorità a quelli riguardanti il codice del lavoro e la moralizzazione della vita pubblica, i due cavalli di battaglia cavalcati durante la campagna delle ultime presidenziali.
In particolare, quello sul lavoro è il primo test cruciale per il nuovo governo. Reduce da una stagione di proteste dopo l’approvazione di quello che è stato ribattezzato “il jobs act francese”, Macron cercherà di affrettare il passo per evitare nuove contestazioni. La proposta approderà al Consiglio dei ministri il 28 giugno, per poi essere legiferata prima della fine dell’estate
Tra le misure previste, il tetto dei rimborsi in caso di licenziamento abusivi, la fusione di alcune istanze sindacali e maggior potere agli accordi di impresa rispetto a quelli di settore.
Per riuscire, il presidente privilegerà la pista del dialogo tra i partner sociali attraverso una serie di concertazioni con rappresentanti dei sindacati e delle imprese.
Una strategia opposta rispetto a quella adottata dal precedente governo, costretto a far passare la legge ricorrendo al decreto del 49-3.
Il disegno sulla moralizzazione della vita pubblica prevede una serie di misure volte a favorire la trasparenza e nel mondo politico e istituzionale.
Tra i progetti di legge in agenda c’è poi quello riguardante il rinforzo della lotta al terrorismo e della sicurezza interna.
Anche se approderà al Consiglio dei ministri il prossimo 21 giugno, l’insieme di misure contenute nel disegno di legge ha già cominciato a far discutere.
Lo scorso 9 giugno Le Monde ha pubblicato alcune anticipazioni, secondo le quali certi provvedimenti previsti dallo stato di eccezione potrebbero entrare nel diritto ordinario.
Secondo alcuni analisti, in questo modo si andrebbe incontro ad una perennizzazione dello stato di emergenza e, di conseguenza, una minaccia alle libertà individuali.
Intanto, per i neo-eletti deputati si prospetta un’estate tra i banchi del Palais Bourbon. Il calendario dell’Assemblea comincia con il 27 giugno, data in cui si terrà la seduta inaugurale dove verrà nominato il presidente della camera bassa del Parlamento. Secondo indiscrezioni pubblicate dal settimanale satirico Le Canard Enchainè, Macron sarebbe orientato verso una figura femminile, come Barbara Pompili o Brigitte Bourguignon, anche se tra i papabili figurano i nomi del repubblicano Thierry Solère e dell’ecologista Franà§ois de Rugy.
Il 28 saranno nominati i sei vicepresidenti che a turno assumeranno la presidenza delle sedute e i tre questori responsabili della gestione dell’emiciclo, mentre il giorno dopo sarà pubblicato nel giornale ufficiale la composizione delle otto commissioni permanenti dell’Assemblea.
I prossimi cento giorni saranno determinanti per capire l’orientamento del nuovo governo, anche se con i risultati ottenuti nelle ultime elezioni non ci dovrebbero essere particolari sorprese.
(da “La Stampa”)
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