MAFIA CAPITALE, L’INTRECCIO TRA ODEVAINE, CL E NCD
TREMA IL PARTITO DI ALFANO: SUL CARA DI MENO IL RUOLO CHIAVE DI CASTIGLIONE, SOTTOSEGRETARIO E BRACCIO DESTRO DI ALFANO
La “scossa” è in una delle tante intercettazioni di Luca Odevaine, colui che costruì un business sui migranti, attraverso Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza.
In una telefonata con il suo commercialista Stefano Bravo parla non solo del suo ruolo di “raccordo” col Viminale, ma anche del sostegno che Comunione e Liberazione dava al partito di Alfano.
Eccola, la conversazione:
ODEVAINE: … Castiglione si è avvicinato molto a Comunione e Liberazione, insieme ad Alfano e adesso loro … Comunione e Liberazione di fatto sostiene strutturalmente tutta questa roba di Alfano e del Centro Destra…
BRAVO: Comunione e Liberazione appoggia Alfano?
ODEVAINE: si … stanno proprio finanziando … sono tra i principali finanziatori di tutta questa ..
BRAVO: apposta regge …
ODEVAINE: questa roba sì… e Lupi è … (si accavallano le voci) … e si sta dentro … Lupi … (si accavallano le voci) … e infatti è il Ministro del … del coso … delle Opere Pubbliche …
BRAVO: e si Infrastrutture …
ODEVAINE: Infrastrutture eh … e Castiglione fa il sottosegretario… all’Agricoltura … però … ed è il loro principale referente in Sicilia … cioè quello che poi gli porta i voti … perchè poi i voti loro … ce li hanno tutti in Sicilia..
Nelle carte dell’inchiesta della Terra di Mezzo c’è un filone che porta al cuore del partito del ministro dell’Interno Angelino Alfano.
In una nota, l’ufficio stampa del partito smentisce i finanziamenti: “Non abbiamo il piacere di conoscere il dott. Odevaine, ma sappiamo benissimo che Cl non ha mai finanziato il nostro partito”.
Ma a microfoni spenti l’imbarazzo è tangibile.
E riguarda il titolare del Viminale, al centro di un possibile macroscopico conflitto di interessi.
È colui che, da ministro dell’Interno, dovrà affrontare il dossier sullo scioglimento o meno del Comune di Roma. Ed è un leader di partito che non pare immune, stando alle carte, dal “sistema Odevaine”.
Anzi gli sviluppi dell’inchiesta sia sul filone romano sia su quello siciliano che porta al sottosegretario Castiglione, uno dei fedelissimi di Alfano e uno che Odevaine lo conosceva bene, configurano un intreccio stretto tra Ncd e il “sistema Odevaine”.
È stato lo stesso Odevaine a spiegare ai magistrati il suo ruolo di “raccordo” tra la cooperativa La Cascina e il Viminale: “Quello che facevo io… era di facilitare il Ministero da una parte nella ricerca degli immobili che potessero essere messi a disposizione per l’emergenza abitativa”.
Nelle conversazioni con i manager della cooperativa, spiega meglio: il mio compito, spiega infatti ad un dipendente de La Cascina, “non è tanto stare direttamente dentro ai Centri…il lavoro che gli faccio è di collegamento con il ministero dell’Interno soprattutto per trovare…poi…la possibilità di implementare il lavoro…e facciamo accordi sugli utili in genere…insomma ci si dividono un po’ gli utili”.
Ecco attorno a questo sistema si sviluppano gli “accordi corruttivi” Odevaine e la cooperativa vicina a Comunione e Liberazione, cuore pulsante del partito di Alfano. Al centro dell’indagine che ha portato agli arresti dei manager de La Cascina c’è appunto il “ramificato sistema di corruzione” creato per favorire un cartello di imprese interessato alla gestione dei centri di accoglienza, in grado di accedere ai consistenti finanziamenti pubblici stanziati per i flussi migratori.
È un triplice intreccio quello che emerge dalle carte.
La facilitazione tra Odevaine e il Viminale, tra Odevaine-Viminale e la Cascina, e il risultato, secondo quanto sostiene Odevaine nelle intercettazioni, è: “Si … stanno proprio finanziando … sono tra i principali finanziatori di tutta questa… (il riferimento è Ncd, ndr).
Ed è su questo terreno che dall’inchiesta romana si sviluppa un altro filone su cui stanno indagando le procure siciliane.
Quello relativo alla gara d’appalto per la gestione del Cara di Mineo, il centro richiedenti asilo più grande d’Europa.
Un affare da cento milioni, assegnato da una commissione in cui sedeva Luca Odevaine.
Una gara d’appalto che, per l’Anticorruzione, sembra “cucita addosso” ai vecchi gestori, capaci nuovamente di aggiudicarsi quel bando a nove cifre nel giugno 2014. Nell’ambito dell’inchiesta è indagato il potente sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, il quale però ha sempre negato di esserlo. È certo che, come ha scritto Claudia Fusani sull’HuffPost, sulla questione dei centri d’accoglienza Ncd ha sempre avuto un’ossessiva attenzione, come quando ottenne dal governo nella scorsa legge di stabilità altri tre milioni di euro per il Centro di Mineo.
E c’è una coincidenza tra consenso elettorale del partito di Alfano e presenza sul territorio dei centri di accoglienza attorno a cui si sviluppano le inchieste.
Alle Europee, primo test elettorale di Ncd, nel collegio della Sicilia orientale, il partito ha ottenuto il 40 per cento dei consensi. In un’interrogazione parlamentare dell’onorevole Palazzotto di Sel (leggi qui: articolo di Claudia Fusani) si legge che è stato proprio Castiglione, quando era presidente delle province italiane (Upi), a nominare Odevaine come esperto al Tavolo di coordinamento nazionale per l’emergenza Nord Africa 2011 aperto presso il ministero dell’Interno.
Dunque, Odevaine, l’uomo del business sui migranti aveva tre ruoli. E fu sempre Castiglione a nominarlo consulente del centro di accoglienza di Cara Mineo.
Proprio in questo groviglio di intrecci, dentro Ncd, in parecchi vedono la fine del partitino di Alfano nelle carte dell’inchiesta: “Se il sistema Incalza — sussurrano — è stato fatale per Lupi, qui è fatale per tutti”.
Anche perchè l’inchiesta piomba su un partito in pieno psicodramma da post voto. Perchè quando non si vota in Sicilia orientale praticamente Ncd stenta a prendere il 4 per cento.
E, quantomento politicamente, l’inchiesta tocca il ruolo di Alfano: “Che dirà — si chiedono in molti — quando dovrà spiegare come arrivano i finanziamenti al suo partito? Che dirà quando la posizione di Castiglione sarà difficile da difendere al governo? E come affronta il tema dello scioglimento di Roma?”.
Per ora tace
(da “Huffingtonpost”)
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