MARE NEGATO: MENO DI UNA SPIAGGIA SU DUE E’ LIBERA
TRA SPECULAZIONI E DIVIETI DI FATTO
Una spiaggia su due in Italia è in mano ai privati. E’ questo il dato che emerge incrociando i numeri del Demanio marittimo e di Legambiente, che ogni anno pubblica il dossier spiagge. Quindi, chi vuole fare un bagno senza pagare ha comunque la metà delle coste balneabili italiane a disposizione? La risposta è assolutamente no.
Perché andando a vedere nel dettaglio dove si trovano queste spiagge libere, si scopre che spesso sono accanto alla foce dei fiumi, in zone vicino ad aree industriali dismesse ma mai bonificate, oppure in aree difficili da raggiungere. Un mare negato, quindi, per chi non vuole o non può spendere soldi per farsi un bagno decente.
La metà è in mani private
Secondo i dati del demanio su 3.346 chilometri di spiagge accessibili ne sono affidati ai privati il 42 per cento tra lidi e campeggi, ai quali occorre aggiungere secondo Legambiente un altro 8 per cento di privatizzazione sotto altre forme. In alcune zone del Paese praticamente tutta la costa è privata: a Napoli, a esempio, su 27 chilometri di costa, l’accesso libero e gratuito al mare è consentito su appena 200 metri. E comunque gli spazi liberi si trovano nei posti più antropizzati e dove il mare è si balneabile ma in un contesto molto edificato: come la rotonda di via Diaz, Largo Nazario Sauro vicino a Castel dell’Ovo, oppure le zona accanto Bagnoli.
Ma anche in altre aree del Paese se si va a vedere dove si trovano le spiagge libere, si scoprono brutte sorprese: ad esempio nel nuovo piano della costa di Jesolo, che ha comunque oltre il 68 per cento di costa privatizzata, tra le spiagge libere c’è quella vicino alla foce del fiume: “E qui spesso il mare è più torbido, per la presenza di fango”, dice Gabriele Nanni che sta curando il nuovo report sulla spiagge per Legambiente.
Le spiagge libere sono sacrificate
A Lignano Sabbiadoro, dove si registra l’83 per cento di spiagge in concessione, quella libera è accanto alla foce del fiume Tagliavento. Scendendo a Sud a Marina di Massa risulta libera la spiaggia dove c’è la foce del fiume Lavello. Fino a Palermo, dove Mondello e Addaura sono quasi del tutto privatizzate, mentre resta libera la spiaggia di Romagnolo che però è in un tratto di mare non balneabile.
Secondo i dati Legambiente il record di costa data in concessione si registra a Gaetto, San Mauro Pascoli e Rimini in Emilia Romagna con percentuali oltre il 90 per cento; in Liguria a Laigueglia, Alassio e Diano Marina con percentuali oltre l’80 per cento; in Toscana a Pietrasanta, Camaiore, Montignoso con punte che sfiorano il 100 per cento di costa data ai privati; nel Lazio a Sperlonga con il 63 per cento di spiagge date in concessione.
Ma c’è un altro elemento che sta riducendo i chilometri di spiaggia libera, e qui non c’entrano le concessioni balneari comunque sempre in costante aumento e mai in flessione. Dal 1970 al 2020 sono scomparsi 40 milioni di metri quadrati di spiaggia: significa, conti alla mano, una spazio pari alle 13 mila licenze attuali dati ai privati.
(da agenzie)
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