MARINE ABBASSA LE PEN, AVEVA TUONATO: “VOGLIAMO LA MAGGIORANZA ASSOLUTA”. ORA FA SAPERE CHE GOVERNERÀ ANCHE SE OTTERRÀ UNA MAGGIORANZA RELATIVA, SE AVRÀ SUFFICIENTI SOSTEGNI
L’OBIETTIVO È CONVINCERE LA PARTE DEI REPUBBLICANI CHE NON HA SEGUITO CIOTTI… PER DOMENICA LA FORBICE DELLE PROIEZIONI DEI SEGGI DEL RN PARTE DA 230, UN NUMERO MOLTO AL DI SOTTO DEI 289 NECESSARI PER GOVERNARE DA SOLI
«Vogliamo la maggioranza assoluta!», aveva detto Marine Le Pen la notte delle elezioni guardando la folla accorsa a festeggiarla nel suo feudo di Hénin-Beaumont. La mattina dopo il suo Rassemblement National ha però già cambiato toni. Ha mandato avanti il vicepresidente Sébastien Chenu, uno dei dirigenti più influenti del partito, per una precisazione non da poco: ha dichiarato su France 2che se il Rn otterrà una maggioranza relativa, ma avrà sufficienti sostegni, governerà.
E questo nonostante il candidato premier Jordan Bardella nei giorni scorsi, più di una volta, avesse insistito di voler accettare l’incarico soltanto con una maggioranza assoluta che gli permettesse di realizzare «il cambiamento» nel Paese.
Numeri alla mano nell’estrema destra non ci si nasconde che domenica sera la realtà potrebbe deludere le aspettative. Per il Rn la forbice delle proiezioni dei seggi parte da 230, un numero molto sotto i 289 della maggioranza assoluta e tale da rendere possibile un’alternativa, pur complicata, nell’Assemblea.
E allora come si sta muovendo l’estrema destra per avvicinarsi a quella quota magica, quella maggioranza assoluta che secondo il premier uscente Gabriel Attal sarebbe «una catastrofe per i francesi» e che per il leader della sinistra riformista Raphaël Glucksmann è «l’unica questione che dovrebbe ossessionarci oggi»?
Un eventuale accordo con quella parte dei repubblicani che non hanno seguito il loro ex leader Eric Ciotti nell’alleanza con Rn, e che tuttavia si sentono ancora piùa disagio davanti all’ipotesi di aiutare, un candidato della sinistra radicale.
A differenza di quanto accadde nel 2022, quando si unirono alla «diga» contro i lepenisti, stavolta i repubblicani non hanno dato ufficialmente indicazioni di voto ai propri elettori, nelle sfide in cui non sono presenti
I pontieri sono al lavoro, a cominciare ovviamente da Ciotti, che già domenica sera ha invitato gli ex colleghi «a seguire il cammino » che egli ha aperto
(da La Repubblica)
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