MARONI SE LA PRENDE DAVVERO IN TESTA: PER ORA E’ ROTTURA CON IL PDL
VORREBBE ACCORDARSI CON IL PDL PUR DI OTTENERE LA POLTRONA IN LOMBARDIA, MA NON PUO’ CONCEDERE UN’ALLEANZA AL CAVALIERE PERCHE’ I VENETI GLI FAREBBERO LA FESTA…E ALLORA IL PORTAVOCE DELLA VOTINO PERDEREBBE ANCHE LA SEGRETERIA DELLA LEGA
L’alleanza con la Lega “spero si possa fare ma non è obbligatoria, perchè pensiamo di avere la possibilità lo stesso di vincere anche se andassimo separati. Ma ci sono alcuni cose che non mi convincono e che dobbiamo chiarire”.
Berlusconi lascia ancora aperta la partita con il Carroccio, al termine del vertice sulle alleanze fra i due partiti che si è tenuto nella sua casa milanese di via Rovani.
Un summit nel quale si è rischiata la rottura, come minacciato da un tweet non proprio beneagurante del segretario Pdl Angelino Alfano: “Discussione con Lega ancora in corso. Alcune importanti questioni, però, non ci convincono e potrebbero indurci a separare il nostro percorso”.
No a Silvio premier.
La Lega ha chiesto ancora una volta un passo indietro di Berlusconi da candidato premier come condizione irrinunciabile per stringere l’alleanza con il Pdl.
Al Cavaliere, Maroni e i suoi riconoscerebbero il ruolo di capo della coalizione.
Ma l’indicazione per la premiership dovrebbe essere per Angelino Alfano o aperta anche ad altri nomi, eccetto l’ex premier.
Che, dal canto suo, nega problemi sulle candidature: “Non abbiamo parlato di candidati premier – ha detto – non abbiamo posizioni inconciliabili con la Lega, è su altre cose che discutiamo”.
Il nodo delle alleanze.
Altro punto di divergenza fra i due partiti è la richiesta da parte della Lega di un’alleanza in Lombardia prima di discutere di quella (eventuale) sul piano nazionale.
Su questo punto Berlusconi non ha intenzione di cedere e l’ha ribadito anche in mattinata, precisando che “se il Carroccio andrà al voto da solo rischia di diventare un partito piccolo, assolutamente ininfluente” a Roma.
Il Cavaliere è tornato quindi a minacciare il ritiro del Pdl dalle alleanze nelle giunte di Piemonte e Veneto e in un centinaio di amministrazioni comunali, nel caso in cui i leghisti non dessero il via libera all’alleanza a livello nazionale.
La risposta di Zaia.
Chiamato in causa, ancora una volta il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha risposto alle affermazioni dell’ex premier: “Mandarci a casa adesso sarebbe un danno inimmaginabile per cinque milioni di veneti. Se dovesse prendere questa decisione, Berlusconi se ne dovrebbe assumere la responsabilità “.
Quanto alla chiusura dell’accordo nazionale tra Lega e Pdl, Zaia si è limitato ad osservare che “la delega è nelle mani di Maroni, che è doppiamente coinvolto, in quanto anche candidato alla Regione Lombardia”.
Salvini, il Pdl non mantiene gli impegni. All’attacco è andato anche il segretario regionale della Lega, Matteo Salvini che ha precisato: “La candidatura di Maroni ha un fondamento, che il 75% delle tasse pagate dai Lombardi rimanga in Lombardia. Questo è un punto non negoziabile e se il Pdl non è in grado di mantenere questo impegno, è un problema suo”.
In realtà Maroni è circondato da alleati interni che alzano il prezzo per mettere in difficoltà lui e costringerlo alla sconfitta per poi succedergli in modo indolore.
Se poi Pdl e Lega si presentassero alleati in Regione e Maroni perdesse lo stesso contro Ambrosoli e Albertini anche Bobo sarebbe spazzato via.
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