MEZZOGIORNO D’EUROPA: “PORTI CHIUSI, MA I GIOVANI VANNO VIA”
LANDINI AL CORTEO PER IL SUD: “TASSO DI OCCUPAZIONE PIU’ BASSO D’EUROPA”
“Se il governo non dovesse starci a sentire non escludiamo nessuna iniziativa, neanche lo sciopero generale di tutte le categorie”. Da Reggio Calabria, dove i sindacati della Triplice si sono dati appuntamento oggi per chiedere lavoro, progetti e sviluppo per il Sud, il segretario della Cgil, Maurizio Landini lancia un messaggio chiaro al governo: sull’autonomia differenziata i lavoratori non staranno a guardare.
Tornati in riva allo Stretto a quasi 50 anni dai “treni per Reggio Calabria”del 72, quando gli operai del Nord arrivarono in massa nella città devastata dai Moti e presidiata dall’esercito per la Conferenza sul Mezzogiorno, i vertici delle organizzazioni sindacali insieme a quasi 25mila lavoratori sfilano per un centro storico che sembra quasi troppo piccolo per ospitarli tutti.
I temi sul piatto e scanditi con gli slogan sono gli stessi di 50 anni fa: la fame di lavoro, la necessità di trovare un’alternativa all’emigrazione come scelta obbligata con l’occupazione e lo sviluppo e non i sussidi, la lotta a sfruttamento e lavoro nero. In più c’è la sanità , affossata da un debito che ha spogliato gli ospedali di medici e infermieri, che neanche il decreto Calabria promette di riportare in servizio.
“Non è possibile che sia ancora necessario emigrare per curarsi. Non è possibile che in Italia ad ogni pioggia muoia qualcuno – dice la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan – bisogna mettere in sicurezza e sbloccare i cantieri”. Ma quali non è dato sapere.
“È sotto gli occhi di tutti la contraddizione di chi ha raccontato che saremmo un Paese invaso e che i problemi si risolvono chiudendo i porti, senza rendersi conto però che i giovani, soprattutto del Mezzogiorno, se ne stanno andando”, ha detto ancora Landini. “Purtroppo – aggiunge Landini in merito alla fuga dei cervelli – questo è un modo per disperdere intelligenze e capacità a beneficio di altri Paesi più furbi che ne beneficiano”.
“C’è un arretramento di tutto il Paese rispetto all’Europa e non solo – continua il leader della Cgil – Per noi l’Italia va unita e non divisa. Basta con le logiche dell’autonomia differenziata, che aumentano ancora di più le disuguaglianze. C’è bisogno di fare investimenti sia in infrastrutture materiali ma anche in quelle sociali e serve una politica industriale”. “Il governo ascolti la piazza e chi la rappresenta”, conclude Landini.
“Noi stiamo cercando di impedire che i provvedimenti che il Parlamento approva su proposta del Governo producano ulteriori danni al Paese. Ogni volta poi si lamentano che non riusciamo a modificare gli errori che fanno”, afferma segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo.
Il Sud – aggiunge – è rimasto lettera morta per molti anni. Bisogna fare qualcosa. Le Regioni che non utilizzano i Fondi europei e di coesione sociale sono colpevoli e andrebbero commissariate”.
La segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan focalizza invece la sua attenzione sulla sanità : “È necessario intervenire in favore del Sud affinchè si ponga fine a quello che sta sempre più diventando un gravissimo problema sociale: i cosiddetti ‘viaggi della speranza’ nel settore della sanità “. E poi attacca: “La flat tax è iniqua e penalizza il Sud”. E ancora: “Per le morti sul lavoro il governo fa cassa con il decreto crescita, diminuendo i contributi Inail che servono per la sicurezza, la prevenzione e il risarcimento degli infortuni”.
Quattro su cinque delle Regioni con il tasso di occupazione più basso in Europa sono nel Sud Italia con meno della metà delle persone tra i 20 e i 64 anni che ha un lavoro a fronte del 73,1% medio in Ue.
I dati Eurostat riferiti al 2018 sono impietosi con la regione peggiore in graduatoria che è la Mayotte (Regione d’oltremare francese che è in Africa vicino al Madacascar) con il 40,8% delle persone tra i 20 e i 64 anni al lavoro seguita dalla Sicilia con il 44,1%, la Campania con il 45,3%, la Calabria con il 45,6% e la Puglia con il 49,4%.
(da agenzie)
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