MINEO: “MI SCUSO PER LA FRASE INFELICE MA NON ARRETRO”
MINEO NON PAGA IL PIZZO AL CONFORMISMO PD, RENZI SPECULA SUI DOWN PIU’ DI LUI
“Lei è una ragazza intelligente, è secchiona e ha studiato più di Matteo, anche se non ci vuole molto. Quindi si è convinta che poteva fare tutto, ma non è assolutamente in grado. Si è convinta che lei poteva trattare con Berlusconi, Calderoli, non è in grado”.
Questo il parere di Corradino Mineo espresso ieri sul ministro Maria Elena Boschi . Poi su Renzi il senatore democratico aveva aggiunto: “Matteo è un ragazzino autistico che vorresti proteggere perchè tante cose non le sa”.
Oggi Mineo ritorna su quelle frasi e precisa: “Ieri ho profondamente sbagliato, mi sono scusato, mi scuso con la Boschi, con Renzi, con le famiglie che hanno bambini down. Su questo Renzi ha ragione ma non vorrei che questa mia responsabilità oscurasse la mia battaglia sulle riforme”.
Nel merito, Corradino Mineo non arretra.
Il senatore del Pd, rimosso dalla Commissione Affari Costituzionali perchè contrario al testo del governo sulle riforme, parla con i cronisti subito dopo il durissimo intervento di Matteo Renzi all’assemblea nazionale Dem, all’Ergife di Roma. “Qualcuno mi ha dato del ‘bambino autistico’”, gli ha detto il premier-segretario senza citarlo direttamente ma tra gli applausi fragorosi della platea cui è stato subito chiarissimo il riferimento alle accuse pronunciate ieri da Mineo.
“Potete dirmi tutto ma ci deve essere un codice di comportamento tra di noi”, ha urlato Renzi dal palco corredato di trionfale scenografia con lo sfondo di un gigantesco 40,8 per cento, il risultato del Pd alle europee. “Giù le mani dai bambini down!”.
Da una parte chi ha sbagliato la frase, dall’altra uno speculatore delle parole.
Senatore, ora che fa?
Sull’attacco che gli ho fatto, Renzi ha ragione. Ho chiesto scusa e chiedo ancora scusa, ero stanco…
E sulle riforme ora che fa? Cambia posizione?
Ma anche io voglio la fine del bicameralismo perfetto, tanto quanto Renzi. Non ho fatto nulla per bloccare le riforme. Quella frase è stata infelice, ho chiesto scusa ma dico che è stato sferrato un attacco a me per non confrontarsi nel merito, per eludere il problema.
E qual è il problema?
Noi non sappiamo nulla del testo finale. Si dice che non siamo fedeli a un testo, ma nessuno conosce il testo finale. Perciò non c’è un tradimento del voto del gruppo…
Quindi non arretra?
Nel merito no. Ho sbagliato a pronunciare quelle frasi, chiedo scusa, ma non vorrei che ora questa mia responsabilità oscurasse la mia battaglia.
(da “Huffingtonpost“)
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