MIRACOLO A BRESCIA: CINQUE DELLE OTTO VINCITRICI DI UN CONCORSO PUBBLICO SONO LEGHISTE
TRATTASI DELLA FIGLIA DI UN CANDIDATO DELLA LEGA, DELLA   NIPOTE DI UN ASSESSORE PADANO, DELLA MOGLIE DI UN VICESINDACO LEGHISTA,   DI DUE CONTRATTISTE GIA’ ALLE DIPENDENZE DI UN ASSESSORE DEL   CARROCCIO…DA PARENTOPOLI A CARROCCIOPOLI: ARRIVANO I MORALIZZATORI DELLA   PADAGNA DEL MAGNA MAGNA
Si iscrissero in settecento, si presentarono in duecentoquaranta, andarono avanti  in trentotto. Ma i posti erano solo otto. Da settecento a otto.
in trentotto. Ma i posti erano solo otto. Da settecento a otto.
Tra questi vinsero cinque fanciulle con un pedigree “padano” a dir poco   granitico, che ora aspettano solo di prendere possesso della loro   seggiola.
C’è la figliola del candidato leghista alle regionali, la nipote   dell’assessore provinciale leghista, la moglie del vicesindaco leghista   del capoluogo e ben due beneficiarie di contratto ad personam presso lo   stesso assessorato provinciale retto dal medesimo esponente politico.   Leghista, ovviamente.
Messa così, sembrerebbe la storia di un’edizione qualsiasi di Miss Padania.
In realtà  si tratta di un concorso pubblico per otto posti da impiegato presso la Provincia di Brescia.
Altro che “semplice” Parentopoli. Qui pare di stare a Carrocciopoli,   dove la Vittoria sembra farsi schiava solo davanti ai nipotini di   Alberto da Giussano.
La storia di questo concorso pubblico – ricostruita e denunciata punto   per punto su internet dal gruppo di cittadini Tempo Moderno — inizia nel   dicembre 2008.
Quando la Provincia di Brescia, all’epoca presieduta dal pidiellino   Alberto Cavalli, pubblica il bando «per la copertura di numero 8 posti   di istruttore amministrativo, Categoria C — a tempo pieno e   indeterminato».
Impiegati di concetto, tanto per capirci.
Con tanto di contratto blindato e stipendio garantito dalla collettività .
Le candidature avanzate dopo la pubblicazione del bando sono oltre   settecento. Un posto al sole della pubblica amministrazione, di questi   tempi, fa gola a tutti.
Alla prova scritta si presentano in duecentoquaranta. Pare complicato,   il primo round. Soprattutto perchè, sul punto, il bando lascia spazio a   più interpretazioni.
«La prova scritta», si legge, «potrà  consistere nella stesura di un   elaborato o nella soluzione di appositi tests (proprio così: tests, ndr)   a risposta chiusa su scelta multipla e/o in una serie di quesiti ai   quali dovrà  essere data una risposta sintetica»
C’è qualche «e/o» di troppo, forse. Ma d’altronde, quale amministrazione   pubblica può elaborare un bando di concorso con tutti i crismi della   chiarezza?
Per i risultati della prima prova basta attendere fino al 28 ottobre 2009.
Quando la graduatoria dei trentotto ammessi all’orale viene pubblicata   dal sito internet della Provincia di Brescia. Che, nel frattempo, ha   cambiato presidente.
Al posto del pidiellino Cavalli, che ha completato anche il secondo   mandato, è arrivato un cavallo di razza del Carroccio: il   sottosegretario all’Economia Daniele Molgora.
Uno degli autori, insieme a Giulio Tremonti e Roberto Calderoli, del testo della legge sul federalismo fiscale.
Dei trentotto ammessi all’orale, sussurrano le tante malelingue che si   annidano tra i tantissimi “trombati”, ci sono troppi concorrenti   «vicini» alla Lega.
Tutti con punteggi altissimi. Troppi? Vicini alla Lega? E in che senso «vicini»?
Sembra il solito chiacchiericcio che anima ogni post-concorso pubblico   che si rispetti, in cui chi resta fuori punta l’indice contro chi è   finito dentro.
E poi, come scriveva il commediografo Terenzio centosessant’anni prima   che nascesse Cristo, «non c’è nulla che le male lingue non possono   peggiorare». Ma è sufficiente aspettare fino ai risultati della prova   orale, e quindi fino alla proclamazione degli otto vincitori del   concorso pubblico della Provincia di Brescia, per ricadere nella   tentazione andreottiana di pensar male. E, quindi, di far peccato.
La graduatoria definitiva viene pubblicata il 4 febbraio 2010 ed è facilmente consultabile su internet.
Il primo posto utile lo conquista l’ottava in classifica.
Si chiama Sara Grumi ed è figlia di Guido, candidato alle ultime     regionali con la Lega Nord nonchè assessore del Comune di Gavardo.   Trattasi senz’altro di ragazza particolarmente preparata visto che, nel   suo palmares, c’è già  un contratto di collaborazione con le  istituzioni.  Anche in questo caso – strano ma vero – con  l’amministrazione  provinciale bresciana.
Tolti i candidati al settimo, al quarto e al secondo posto della   graduatoria, le altri cinque caselle da impiegato provinciale finiscono   tutte ad altrettante signore o signorine di “simpatie” leghiste.
Al sesto posto c’è Katia Peli. Che non è mica una semplice omonima   dell’assessore provinciale leghista alla Pubblica Istruzione Aristide   Peli.
No, è proprio la nipote.
E, non a caso, gli fa anche da segretaria, con tanto di contratto a tempo determinato.
Ma quando la lettura della classifica arriva alla quinta posizione, ecco   che si sente la mancanza dell’antico e glorioso rullo di tamburi.
Infatti, tra le vincitrici del concorso c’è anche la signora Silvia   Raineri, capogruppo della Lega nel consiglio comunale di Concesio nonchè   moglie – come evidenza il dossier del gruppo Tempo Moderno –  nientemeno  che del vicesindaco di Brescia Fabio Rolfi.
Leghista lui, leghista lei. Numero due del Comune lui, vincitrice di   concorso alla Provincia lei. Sembra un film di Lina Wertmuller, in   verità  è puro reality.
E arriviamo alla cima della graduatoria. Alle più brave, insomma.
Si chiamano Cristina Vitali e Anna Ponzoni, rispettivamente la prima e la terza classificata.
E qui la “coincidenza” ha dell’incredibile.
Ai primi posti di un concorso a cui hanno partecipato in   duecentoquaranta finiscono due persone che non solo lavorano già  in   Provincia.
Ma che addirittura sono impiegate presso il medesimo assessorato.
La signora Vitali e la signora Ponzoni, oltre a condividere senz’altro   la grande preparazione culturale che ha consentito loro di arrivare al   top della graduatoria, hanno entrambe un contratto ad personam con   l’assessorato alle Attività  produttive, attualmente guidato dal leghista   Giorgio Bontempi.
Non c’è che dire: il diavolo della Lega non solo fa ottime pentole, ma è addirittura un maestro nel realizzare i coperchi.
La figlia del candidato alle regionali, la nipote dell’assessore   provinciale, la moglie del vicesindaco e due collaboratrici ad personam   di un altro assessore provinciale.
Tutte vicine a uomini del Carroccio. E tutte, rigorosamente, vincitrici di concorso pubblico.
Sei donne per sei posti di impiegato.
Che stanno lì, alla Provincia di Brescia, in attesa di essere occupati.(da il Riformista)
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