MOZIONE DI SFIDUCIA A SGARBI: LA MAGGIORANZA LO SALVERA’
ANCHE CHI LO CRITICA NON VOTERA’ LA SFIDUCIA: “DECIDE MELONI”
“Adesso tiro fuori l’uccello”, “mi auguro che lei abbia un incidente mortale” e che “abbia un brutto tumore”. Non c’è tanto da meravigliarsi dell’ultima volgare sceneggiata di Vittorio Sgarbi contro un inviato di Report, quanto del fatto che ormai passi per normale che un tale gentleman , travolto dalle inchieste, sia ancora al governo.
Già slittata più volte, la mozione di “sfiducia” nei confronti di Sgarbi – che minaccia querele da 5 milioni alla Rai – dovrebbe essere votata alla Camera in settimana.
Possibile che passi sotto silenzio l’ennesimo turpiloquio? Proviamo a incalzare qualche parlamentare. Erik Umberto Pretto è deputato leghista. Report lo ha visto. “Diciamo che io ho metodi più pacati”. Pericolo scampato. Sgarbi fuori dal governo, quindi? “Queste sono decisioni che competono ai gruppi”. Perciò? “Sarò un soldato fedele”.
Raggiungiamo Luca Squeri, onorevole di Forza Italia: “Non ho visto la puntata, me l’hanno raccontata. Non avendo visto, non mi permetto di commentare”. Si sa, nei racconti si esagera sempre. “La mozione però è strumentale, le anticipo il mio voto contrario”.
Il deputato Dario Giagoni, leghista, non si sottrae: “Condanno fermamente, io sono figlio dell’Arma, sono cresciuto con i valori del rispetto e della libertà”. La mozione? “Queste sono valutazioni umane”. Chiara La Porta è parlamentare di FdI. Su di lei il peso di guidare la Nazione dal partito di maggioranza: “Io sono in commissione Agricoltura, non mi occupo di Cultura”. Vabbè, ma mica servirà studiare i dossier per commentare Sgarbi a Report? “Sono relatrice del provvedimento sui Maestri dell’arte culinaria”.
Simona Bordonali, altra leghista alla Camera. “Non ho visto la puntata di Report”. Gliela raccontiamo brevemente, onorevole. “No, no, la prego”. Guardi che ci mettiamo solo un minuto. “No, no. Sono in Consiglio comunale a Brescia, stiamo votando. Grazie”.
Rita dalla Chiesa, donna delle istituzioni e di televisione, forzista. “La scenata di Sgarbi non è compatibile con il suo ruolo, non è compatibile con nessuna carica, non è compatibile con l’educazione familiare. Non c’è spazio per cadute di stile così”. Quindi voterà la mozione di sfiducia? “Prima devo sentire la sua versione”. Ah.
“In questo momento sono colpita come parlamentare e come telespettatrice”. Interviene il collega Claudio Fazzone (FI): “Non si fanno cose del genere, specie nei confronti di chi sta lavorando”.
Sgarbi è compatibile con il ruolo che ricopre? “Non spetta a me deciderlo, ma al governo”. Però sarà il Parlamento a votare. “Sì, ma non compete al singolo parlamentare. Al limite dev’essere la persona stessa a capire che mette in imbarazzo il governo e a farsi da parte da sola”.
Proviamo con Fabio Rampelli, vecchio cuore FdI. “Non ho seguito questa vicenda, provo a verificare. Ci sentiamo tra un quarto d’ora, venti minuti”. Dopo venti minuti il telefono squilla a vuoto. Dopo trenta minuti, pure. Dopo un’ora, figurarsi.
Ma da FdI c’è un riflessivo Fausto Orsomarso: “Il personaggio Sgarbi lo conosciamo, è spesso sopra le righe, a volte in modo intollerabile, però la sua professionalità è indubbia. Ma poi, scusi, immagini la pressione a cui è sottoposto, ci può stare ogni tanto una rispostaccia”. D’accordo, quindi che farete? “È difficile dare una risposta. Spetterà a Meloni”. E gli eletti? “I parlamentari hanno libertà di coscienza. Sgarbi non è un normale sottosegretario, è un personaggio. Bisogna pure vedere che giornata ha avuto, per rispondere così… Serve maturità, sono alla prima legislatura e ogni giorno c’è una richiesta di dimissioni”.
Si sarà chiesto il motivo?
(da ilfattoquotidiano.it)
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