A UDINE NON FA DIFETTO LA COERENZA: DOPO GLI INSULTI RAZZISTI CONTRO MAIGNAN, IL CONSIGLIO COMUNALE DI UDINE BOCCIA LA PROPOSTA DELLA CITTADINANZA ONORARIA AL PORTIERE DEL MILAN
MENTRE LA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA ACQUISTA (SENZA FIRMA) DUE PAGINE INTERE SULLA “GAZZETTA DELLO SPORT” E SUL “CORRIERE DELLA SERA” PER RIBADIRE CHE “IL RAZZISMO NON CI APPARTIENE” … SIAMO UN PAESE DI RAZZISTI CHE IN CURVA SI SENTONO LIBERI DI ESPRIMERSI AL MEGLIO. ACCUMULIAMO FIGURE DI MERDA DA COLLEZIONE
L’Italia dei razzisti che ci tiene a guardarsi allo specchio senza appannamento – la vergogna è umida – è una Repubblica fondata sulle sparute minoranze “di cretini”. Sono sempre “pochi” gli “individui” da cui prendiamo strumentalmente le distanze a cose fatte. A smentire una ignoranza collettiva, quasi un reddito morale di cittadinanza che siamo costretti a pagare noi, tapini contribuenti, a loro, i suddetti cretini.
I razzisti sono sempre gli altri. Il vicino in curva, il dirimpettaio di pianerottolo, il simpatico salumiere protofascista, il cameriere trumpiano a sua insaputa, il o più ministri in carica. Ma noi mai. Adottiamo la metrica dei compartimenti stagni per trarci in salvo. Solo che vale per tutti: le persone perbene e i razzisti stessi. Che non glielo si rinfacci. Si offendono. Nel frattempo accumuliamo figure di merda da collezione col pratico raccoglitore in omaggio.
Oggi il Friuli Venezia Giulia ha acquistato (senza firma) due pagine intere sulla Gazzetta dello Sport e sul Corriere della Sera per ribadire che “il razzismo non ci appartiene”. Il titolone è SENZA MOTIVO, proprio così, tutto in carattere maiuscolo.
Il messaggio è che il Friuli è un “territorio di confine, sempre aperto a culture diverse e persone di ogni nazionalità, il Friuli Venezia Giulia accoglie e valorizza, sostiene e crea sviluppo. La nostra gente non accetta di essere definita razzista per l’inqualificabile gesto di pochi individui, già identificati e puniti, che non ci rappresentano. Il nostro tifo vive da sempre lo sport come una sana passione, oltre ogni differenza. IL RAZZISMO NON CI APPARTIENE”
Il “SENZA MOTIVO” del titolo supponiamo si riferisca all’accusa di generalizzato razzismo che ricade inopinatamente su tutti i friulani.
L’alibi geografico rappresenta l’ultimo stadio, quello della disperazione, del benaltrismo disfunzionale: vedete, siamo al confine, come potremmo noi urlare per mezzore intere ad un giocatore di colore che è un “negro di merda”? Si dà conto, a supporto, dell’individuazione dei suddetti “pochi individui”, già rintracciati e puniti.
Eppure, oh, succede. Evidentemente erano solo cinque i razzisti che tenevano in scacco uno stadio intero. Tenori con enormi subwoofer al posto dei polmoni. Ce ne sono, a migliaia, in tutti gli stadi italiani. Ma quelli non li contiamo fintantoché un portiere straniero con la spina dorsale al suo posto non decide che non ne può più.
Nella fattispecie i fatti vanno rimessi in ordine. Perché dopo la scoperta dell’acqua calda – che siamo un Paese di razzisti che in curva si sentono liberi di esprimersi al meglio – è seguita sì la chiusura dell’impianto per una giornata, ma anche il ricorso dell’Udinese. E l’epic fail (le succitate figure di merda ora si chiamano così) del povero sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, che voleva ricompensare Maignan regalandogli la cittadinanza onoraria, per poi vedersi bocciata la proposta in Consiglio comunale. Non c’è che dire: a Udine non fa difetto la coerenza. Aspettiamo a questo punto che ai “pochi” razzisti “individuati” sia ritirata la cittadinanza…
(da ilnapolista.it)
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