NARCISO RENZI IN DELIRIO DI ONNIPOTENZA, MINISTRI INUTILI, DECIDE TUTTO LUI
DEVE APPARIRE SOLO LUI E NESSUNO DEVE OSCURARLO… IL DEVOTO “GIGLIO MAGICO” CHE LO ATTORNIA FA DA CORTE DEI MIRACOLATI
È evidente che una certa forma di egoismo, o meglio egotismo, è normale in un politico di mestiere, ma qui si esagera e il Matteo Renzi di Palazzo Chigi ha ormai i contorni della “follia narcisista” gaddiana: il capo tutto esamina, tutto decide, tutto nasconde ai sottoposti.
Silvio Berlusconi, altro discreto egotista, aveva almeno, diciamo, altri interessi oltre alla politica e un supremo sprezzo per l’amministrazione giorno per giorno.
L’attuale premier, invece, tutto il contrario. Il livello di accentramento è tale che i ministri vivono ormai senza filtri la tragedia della propria irrilevanza: più che governare, gli tocca fare i giornalisti.
Cercano fonti a Palazzo Chigi, meglio se dentro il cosiddetto “giglio magico” (Luca Lotti e Maria Elena Boschi i più gettonati), per sapere cos’ha in mente il premier riguardo ai provvedimenti che loro stessi dovranno poi firmare.
Alcuni brevi avanzi di cronaca.
ANDREA ORLANDO
Il Guardasigilli, in questi ultimi giorni, è diventato un vero cronista politico: compulsa le fonti alla Presidenza del Consiglio, chiama i sottosegretari, interroga i colleghi in Parlamento.
Vuole sapere cosa ci sarà alla fine nel disegno di legge che verrà licenziato dal governo domani: sui giornali si continua a scrivere che in Consiglio dei ministri alla fine si parlerà solo di giustizia civile e però sono settimane che lui, tapino, prepara anche riforme sul penale.
“Ma la tua è una fonte buona? ”, chiede a un interlocutore. “Ma a te che t’ha detto? ”, butta lì con un altro che ha avuto il privilegio di vedere il premier.
Ieri, poi, incalzato dai gruppi parlamentari, l’ha dovuto dire: “Decideremo col premier quali punti portare in Cdm”.
Tradotto: quando me lo dice ve lo farò sapere.
STEFANIA GIANNINI
È il caso dell’estate: domani a Palazzo Chigi si presenta infatti non la riforma della scuola, non sia mai, ma le relative slide.
Lei, però, è fuori dai giochi. Quella s’era azzardata a buttare là “basta con le supplenze” e quell’altro – il premier s’intende – s’è subito fatto la sua riunione sul tema senza nemmeno convocarla e poi ha passato la velina ai giornaloni: “Assumeremo 100 mila precari”.
Con quali soldi, come, quando? Non si sa. Si chiedono al ministero: ancora non si sa che fine faranno i quattromila “forzati” di quota 96 che non si riesce a mandare in pensione e questo assume?
Se va bene, lo scopriranno domani, altrimenti se ne parla tra un mese.
GIULIANO POLETTI
All’ex presidente di Legacoop fischiano le orecchie da settimane. Non c’è intervento di autorità internazionale (Draghi) e paese creditore (Germania) in cui non si chieda all’Italia di fare le riforme, che poi sono due: tagliare la spesa pubblica purchessia e precarizzare il lavoro.
Questa seconda parte dovrebbe spettare proprio al titolare del Lavoro attraverso il famigerato Jobs act: la relativa legge delega giace in Senato dal lontano 3 aprile e fissa la cornice degli interventi e prevede “ulteriori tipologie contrattuali espressamente volte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti”.
Ma i particolari? Sarà il progetto Ichino o quello Boeri-Garibaldi? Via l’articolo 18 oppure resta e si applica col tempo?
I parlamentari del Pd dell’area sinistra, che poi sarebbe la sua, gli chiedono in continuazione chiarimenti: “Non lo so ancora”, risponde lui, tanto onesto quanto rassegnato
FEDERICA GUIDI
Pare che domani approvino un decreto che riguarda assai anche lo Sviluppo economico: si chiama Sblocca Italia, ma la ex presidente dei giovani di Confindustria ne conosce solo i titoli: se lo sono palleggiato Maurizio Lupi, fino a un certo punto, e poi è passato alle cure di Renzi (e di Padoan) che ieri sera ha organizzato la solita riunione senza estranei con Lotti e Delrio per decidere i dettagli.
Guidi è scomparsa dai radar: ieri per parlare di crisi industriali il segretario della Fiom, Maurizio Landini, s’è presentato a palazzo Chigi (ma la cosa dovrebbe interessare anche Giuliano Jobs Act Poletti).
BEATRICE LORENZIN
Gli ha portato la legge sulla fecondazione eterologa e Renzi l’ha cestinata in malo modo e facendolo pure sapere a tutti.
Lei ha generosamente annunciato il suo Patto per la salute con novità su ticket, posti letto, i nuovi Livelli elementari di assistenza (Lea) e altre cosette, compreso l’allentamento dei vincoli alle nuove assunzioni, ma le è stato chiarito che la politica sanitaria la scrivono Carlo Cottarelli e il ministro Padoan, che ieri ha detto al Corriere della Sera che ci saranno nuovi tagli (il Parlamento, per dire, dice invece che la spesa è già al minimo)
VARIE ED EVENTUALI
Sono tutti gli altri. Una menzione d’onore va però a Carmela Lanzetta, titolare degli Affari regionali. Semplicemente non pervenuta, come pure i decreti attuativi per abolire le Province: sostanzialmente il suo unico compito di peso.
Non è sicuro che Renzi sappia chi è, ieri – per dire – per sapere cosa pensano Regioni e Comuni ha convocato direttamente i “renziani” Piero Fassino (Anci) e Sergio Chiamparino (Regioni).
(da “il Fatto Quotidiano”)
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