‘NDRANGHETA, INDAGATO IL SINDACO DI MANTOVA PER FAVOREGGIAMENTO
DECINE DI ARRESTI TRA LOMBARDIA ED EMILIA ROMAGNA
Il sindaco di Mantova Nicola Sodano, eletto per il centrodestra, è tra gli indagati della maxi operazione contro la ‘ndrangheta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e Brescia in collaborazione con la Procura di Bologna.
Le indagini riguardano le infiltrazioni della criminalità organizzata in Emilia e Lombardia: 46 gli arresti in Lombardia, almeno 7 nel Mantovano (in città e nell’hinterland, Curtatone e Borgo Virgilio) e in provincia di Cremona; 117 i fermati in Emilia.
Tuttora in corso sequestri e perquisizioni.
I reati contestati sono associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, reimpiego di capitali di illecita provenienza, riciclaggio, usura, emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori, porto e detenzione di armi.
I carabinieri sono rimasti a lungo nell’ufficio del primo cittadino, accusato – pare – di favoreggiamento.
«Il sindaco è sereno — spiega il portavoce Alessandro Colombo —. Dai documenti prelevati dai carabinieri sembra che le indagini, per quanto riguarda il Comune, si stiano concentrando sulla lottizzazione Lagocastello, che abbiamo ereditato dalle amministrazioni precedenti».
Tra i fermati c’è proprio l’imprenditore Antonio Muto, il costruttore edile che sulla sponda del Lago Inferiore di Mantova voleva costruire 200 villette e un albergo, un progetto che aveva mosso i primi passi nel 2005, all’epoca della giunta Burchiellaro, ma che poi era stato avversato dal suo successore Fiorenza Brioni e fermato dal Consiglio di Stato nell’estate del 2012.
Non conferma nè smentisce il capo della Procura di Brescia Tommaso Buonanno: «Nello specifico non entro, ma le indagini riguardano lottizzazioni, lavori edilizi, subappalti».
A quanto pare anche lavori legati alla ricostruzione post terremoto in Emilia, che gli arrestati avrebbero estorto a privati ed enti pubblici.
Sabrina Pinardi
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