NEL M5S FILTRA IL MESSAGGIO ALLA LEGA: “IL VOTO SULL’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO IL SEQUESTRATORE DI PERSONE POTREBBE CAMBIARE”
SEGNALI DI FUMO DI POSSIBILE RITORSIONE, MA CONTE, DI MAIO E TONINELLI FRENANO, TEMENDO DI FINIRE IN GALERA PURE LORO
Crisi di governo? Andiamoci piano. Perchè – come fonti divine ai pentastellati hanno fatto trapelare – nel codazzo di Giggino Di Maio c’è qualcuno che pensa di mettere sul tavolo il salva-Salvini sulla Diciotti, visto che teoricamente al Senato un voto unito di M5s, Pd, Leu e altri potrebbe ottenere la maggioranza
E così c’è anche chi sta pensando in queste ore convulse a far arrivare al Carroccio un messaggio chiaro, dal momento che il processo al ministro della Nutella potrebbe finire con un risultato diverso dall’assoluzione, visto che in un dibattimento di discute di fatti veri e dimostrati, di documenti ufficiali e non è luogo di chiacchiere in libertà , selfie, menzogne e slogan.
Ovviamente questo desiderio che i grillini fanno trapelare avrebbe delle conseguenze: oltre ad una probabile crisi di governo anche alla mozione di sfiducia a Toninelli che vedrebbe tutto il centro-destra votare a favore.
Ma soprattutto sullo sfiondo c’è la ‘geniale’ (detto ironicamente) mossa di Conte, Di Maio e Toninelli che per salvare Salvini si sono auto-denunciati sulla Diciotti, assumendosi la responsabilità di ciò che aveva fatto il ministro.
L’auto-denuncia è stata inviata dalla Giunta per le Autorizzazioni a procedere alla procura di Catania e poi (indipendentemente dalla richiesta di archiviazione o meno) l’ultima parola spetterà allo stesso tribunale dei ministri che ha chiesto l’autorizzazione a procedere per Salvini.
Al di là degli aspetti tecnico-giuridici – ossia valutare come e quanto questa chiamata di correo sia riscontrata, ossia quando in concreto Conte, Toninelli e Di Maio siano responsabili del sequestro – è evidente che la la vicenda della Diciotti è stata letta come sequestro di persona prima, sarà letta come sequestro di persona anche adesso.
Il che significa che tra un po’ di tempo potrebbe arrivare una nuova richiesta di autorizzazione a procedere, ma questa volta per Conte, Di Maio e Toninelli. E allora scatterebbe la legge del taglione.
Hanno voglia i grillini di affrontare un processo dall’esito incerto? No ovviamente.
Perchè le chiacchiere sul popolo, la casta, la giustizia senza immunità , finiscono quando si tratta di badare ai propri interessi.
Quindi è una partita a scacchi. Che forse danneggerà la Lega. Forse M5s, forse entrambi.
(da “Globalist)
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