NELLE CARTE IL “SISTEMA ROMEO” PER CORROMPERE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
INTERESSI E RAPPORTI CON IL CONSULENTE-ALTER EGO ITALO BOCCHINO
Esisteva “un sistema Romeo” con proiezione sistematica a penetrare e corrompere “il tessuto della pubblica amministrazione”.
Così finisce agli arresti per il maxi appalto Consip, su richiesta della Procura di Roma, Alfredo Romeo: ovvero, il re degli appalti, il dominus delle commesse pubbliche – dalle gestioni degli immobili alle pulizie in uffici giudiziari ed ospedali.
Per il capo del colosso imprenditoriale con radici a Napoli, è il secondo arresto in 9 anni: Romeo fu infatti travolto dall’indagine napoletana sul Global Service, ma poi ne uscì assolto dopo sei anni di processo.
Con questo nuovo scenario, basato su relazioni con vertici politici e un presunto traffico di influenze che vede indagati anche figure eccellenti – per rivelazione di segreto d’ufficio, sono sotto inchiesta il ministro Luca Lotti, il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette e il generale Saltalamacchia; e per traffico di influenze , Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier – si spalancano per Romeo di nuovo le porte del carcere. In queste ore è scattato il trasferimento di Romeo, arrestato dai carabinieri di Napoli e del Noe, dalla sua casa di Posillipo a Regina Coeli.
Sul mega appalto della Consip, 2,4 miliardi di cui Romeo si era aggiudicato tre lotti , si basa l’impianto accusatorio della Procura di Napoli , con le indagini dei pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano, coordinati dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice. Impianto poi in gran parte trasferito ai pubblici ministeri della capitale, dove il fascicolo corposo è finito sulla scrivania del pm Mario Palazzi, che guida l’inchiesta con il coordinamento del procuratore aggiunto Paolo Ielo.
Nella mega inchiesta figurano i molteplici interessi e le reti di rapporti intessuti da Romeo con il suo consulente-alter ego Italo Bocchino, anch’egli indagato e questa mattina perquisito.
Dalla Consip a Grandi Stazioni, dall’Inps a un investimento immobiliare in Salento. Di questi e di altri affari si occupava come mediatore anche Carlo Russo, imprenditore toscano del settore farmaceutico legatissimo ai genitori di Matteo Renzi.
Altre verifiche degli inquirenti hanno riguardato false fatturazioni che potrebbero essere state utilizzate per accumulare provviste di presunte tangenti.
Gli uffici di Romeo sono stati intercettati per mesi dalla procura napoletana sia con il virus Trojan sua con metodi tradizionali e perfino sui balconi di alcune stanze romane. I carabinieri del Noe hanno tra l’altro recuperato, nella discarica di Roma, i ‘pizzini’ strappati e poi ricomposti, con appunti che recavano tracce, secondo gli inquirenti, di dazioni di denaro, accordi illeciti e favori di varia natura
(da “La Repubblica”)
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