NESSUNO PAGHERA’ PER L’OCCUPAZIONE DI CASAPOUND: ASSOLTI I DIRIGENTI DI MIUR E DEMANIO
I GIUDICI: “DOVEVANO INTERVENIRE PREFETTURA E QUESTURA CHE SONO STATE SOLLECITATE 5 VOLTE”… 17 ANNI DI OCCUPAZIONE ABUSIVA SONO COSTATI ALLO STATO 4,5 MILIONI DI EURO… OTTO DIRIGENTI DI CASAPOUND RESIDENTI NELLA STRUTTURA
Nessuno pagherà per l’occupazione di CasaPound all’Esquilino. I giudici della Corte dei Conti hanno assolto 8 manager del Miur e del Demanio accusati di non aver mosso un dito per sfrattare i “fascisti del terzo millennio” dal palazzone in via Napoleone III, causando un danno da 4,5 milioni di euro alle casse dello Stato.
Nulla da fare. Secondo i giudici contabili, i dirigenti avrebbero fatto il possibile per risolvere la situazione. Non dovranno aprire il portafogli.
Figurarsi gli abusivi che abitano nello stabile alle spalle della stazione Termini da più di 17 anni. Continueranno tutti a occupare senza troppe distinzioni, soprattutto di reddito: tra loro ci sono famiglie in difficoltà , ma anche otto dirigenti di CasaPound, dipendenti del Comune, di Cotral, di LazioCrea e della municipalizzata capitolina Zetèma che potrebbero tranquillamente permettersi di affittare un appartamento a prezzi di mercato.
I dati raccolti meticolosamente dal viceprocuratore Massimiliano Minerva e dalla Guardia di Finanza non sono bastati ai giudici. Per lo sfratto, sottolineano nella sentenza le toghe di viale Mazzini, sarebbe stato necessario l’intervento della prefettura e della questura.
Invece, in 5 occasioni, palazzo Valentini ha detto “no” allo sgombero “per motivazioni sociali e di ordine pubblico”.
Così, concludono i giudici, tanto il Miur che il Demanio “non hanno potuto avere nel periodo in discorso la disponibilità fisica dello stabile”.
L’immobilismo sulla sede di CasaPound è quindi imputabile alla prefettura. Non ai dirigenti finiti a giudizio: c’è chi si è mosso con l’avvocatura e chi ha sporto denuncia in procura. “Quando a conoscenza della vicenda – conclude la Corte dei Conti – non risulta che siano disinteressati della stessa”.
Così è arrivata l’assoluzione di gruppo, anche per chi (possibile?) non è mai venuto a conoscenza dell’occupazione delle tartarughe frecciate. Che restano lì, all’Esquilino, dove sono dal 17 dicembre 2003.
(da agenzie)
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