NON E’ LA SCUOLA LA PRINCIPALE FONTE DEI CONTAGI IN CRESCITA
I CASI TRA I BANCHI INTERESSANO GIA’ 900 SCUOLE, UN OTTAVO DEGLI ISTITUTI, MA PER ORA L’IMPATTO NON E’ RILEVANTE
I contagi tra i banchi crescono e interessano ormai oltre 900 scuole, circa un ottavo degli istituti, ma “per ora l’impatto della riapertura sulla curva epidemica non sembra essere stato rilevante”, spiega una fonte ad HuffPost.
I dati, raccolti dal Ministero dell’Istruzione che li ha chiesti direttamente ai dirigenti scolastici, saranno esaminati e valutati lunedì nel corso della riunione del Comitato tecnico scientifico e al momento sono ancora incompleti. Mancano le stime della terza settimana, attesi a Viale Trastevere proprio lunedì mattina, ma al momento, stando a quello che risulta ad HuffPost, le percentuali calcolate sulla base delle cifre trasmesse finora sono basse.
Dunque non è la scuola la fonte del contagio, che viene portato tra i banchi da fuori. Una linea condivisa anche dagli esperti del Cts e dell’Istituto Superiore di Sanita. È all’esterno degli istituti che bisogna essere più responsabili, rispettare le regole anti contagio, a partire dal distanziamento e dall’uso corretto della mascherina.
Molti focolai sono divampati dagli assembramenti in bar, locali, discoteche.
Non a caso, il direttore generale del Dipartimento prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, oggi ha fatto riferimento “alle riaperture delle attività ricreative che – ha detto – hanno determinato i focolai di quest’estate in una regione come la Sardegna che era rimasta pressochè immune dai contagi”.
Le scuole, nelle quali a breve dovrebbero arrivare i test salivari – lunedì si partirà in Lazio – e sempre più presidi decidono di ricorrere alla didattica a distanza seppure temporaneamente, sono pronte “ad affrontare qualunque situazione”, ha spiegato il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.
Intanto il Governo, alle prese con i contagi in crescita – oggi il bollettino ha registrato 2.844 nuovi positivi, mai così tanti da aprile – stringe l’attenzione sulle misure da inserire nel nuovo Dpcm, che lunedì sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri e il giorno dopo sarà illustrato in Parlamento dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Tra le ipotesi in discussione, l’uso obbligatorio delle mascherine all’aperto e – se l’indice di trasmissibilità Rt dovesse aumentare – chiusure anticipate a macchia di leopardo per pub e ristoranti, solo nei territori in cui si dovesse registrare un peggioramento della situazione.
Alle Regioni sarà affidata la scelta di stringere le maglie dove lo ritengano necessario, soprattutto se il trend dei nuovi casi dovesse salire ulteriormente.
(da “Huffingtonpost”)
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