NORDIO SU ILARIA SALIS SBAGLIA NON UNA MA TRE VOLTE
VERGOGNOSO SOSTENERE CHE “LA FAMIGLIA HA PERSO UN ANNO”, QUANDO E’ STATO IL GOVERNO ITALIANO A FOTTERSENE PER UN ANNO… E I DOMICILIARI SONO STATI CHIESTI TRE VOLTE E SONO SEMPRE STATI RESPINTI, ALMENO SI INFORMI
“La famiglia ha perso un anno”. Sono parole forti quelle che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio usa nei confronti della famiglia (e della difesa di Ilaria Salis). Parole che non ci si aspetta dal titolare di un ministero che – sebbene con diverse declinazioni – un ruolo per tutelare i diritti dell’antifascista detenuta a Budapest e magari per riportarla in Italia dovrebbe averlo.
Ma in cosa consiste questo temporeggiare della famiglia, secondo Nordio? Nel fatto che non abbiano chiesto prima i domiciliari in Ungheria e che si siano decisi a provarci – iniziando a cercare una casa per Ilaria per dare alla magistratura ungherese un domicilio – solo ieri sera, qualche giorno dopo che il governo, con il ministro Antonio Tajani, ha fatto sfumare anche l’ipotesi dei domiciliari in ambasciata.
L’affermazione del ministro pare molto scivolosa. E in parte è anche falsa. Per un motivo molto semplice.
Gli arresti domiciliari, in questo lungo anno di detenzione, sono stati chiesti dalla difesa di Salis non una, ma tre volte. E per tre volte sono stati rifiutati, perché la magistratura ungherese riteneva ci fosse pericolo di fuga.
È vero, è stato chiesto che li scontasse in Italia e non in Ungheria. Ma nessuno può sostenere che se la difesa avesse chiesto di farglieli scontare a Budapest la magistratura ungherese avrebbe detto di sì.
Inoltre, la difesa, quando ha chiesto che Ilaria passasse i domiciliari in Italia, lo ha fatto prendendo a riferimento degli accordi quadro dell’Unione europea che lo consentivano. Uno di questi, del 2009, è stato anche citato più volte dal ministro. Ce n’è un secondo, più recente, che invece risale al 2019 e che è più controverso. Ma esiste nero su bianco, e se un avvocato reputa di farvi un riferimento non gli si può certo imputare di aver perso tempo.
“Il ministro non è informato di fatti. Preferisco avere un atteggiamento diverso, chiedo di controllare bene i fatti e di controllare certe dichiarazioni, che su mia moglie sono state molto devastanti. Mi aspetto un atteggiamento dalle istituzioni conseguente al loro lavoro. Se ci mettiamo a fare polemica sulla famiglia…”, ha dichiarato Roberto Salis a Metropolis, commentando le parole di Nordio.
Non vuole andare allo scontro l’avvocato della famiglia, Emanuele Losco. Il legale, però, ci fa notare che Salis non ha “alcun legame con l’Ungheria, nessun contatto a Budapest”. Chiedere che il giudice ungherese le consentisse di passare i domiciliari in Italia era, dunque, per il legale, una scelta naturale. Non per il ministro, evidentemente. Che dopo aver illuso la famiglia dell’appoggio di via Arenula (le aveva promesso della documentazione per rassicurare l’Ungheria dell’assenza di pericolo di fuga) si è tirato indietro. E ora dimentica l’inerzia del governo e scarica la colpa sui cari di Ilaria. Che vogliono solo riportarla a casa.
Le parole di Nordio sono state criticate anche da vari esponenti dell’opposizione nel corso della fiaccolata organizzata a Largo Argentina, a Roma. Prima che il breve corteo si avviasse verso il Pantheon, al grido di “Ilaria libera”, Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana, ha dichiarato: “Le parole di oggi del ministro Nordio sul caso Salis sono sconcertanti, deprimenti, offensive, umilianti nei confronti del Paese che rappresenta, nei confronti della famiglia Salis e nei confronti di chi pensa che in un Paese normale le istituzioni si mobilitano per garantire dignità e diritti per i propri cittadini”. Per il parlamentare 5 stelle Riccardo Ricciardi: “Qui c’è una donna che ha avuto il trattamento che tutti abbiamo visto, è l’Italia e l’ambasciata che hanno perso un anno. I discorsi che in tanti a destra fanno lasciano passare l’idea che se l’è andata a cercare, questo si percepisce”. Ivan Scalfarotto, di Italia Viva, ha invece osservato: “Non è che la famiglia di Ilaria Salis ha perso un anno, è la Farnesina che ha dormito”.
Presente alla fiaccolata anche la segretaria del PD, Elly Schlein: “Non si può tollerare la violazione costante dei diritti e della dignità di una cittadina italiana che il mondo intero ha visto in catene e portata al guinzaglio al processo. Siamo qui per continuare a sostenere questa battaglia”, ha dichiarato. “Ilaria libera”, continuano a intonare le persone – giovani e meno giovani, tante bandiere dell’Anpi, nessuna dei partiti – che partecipano alla fiaccolata. Il rischio e che, invece, Ilaria resti in carcere ancora.
(da Huffingtonpost)
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