NUOVA STRETTA SOLO LUNEDI’, MENTRE MUOIONO TRECENTO ITALIANI AL GIORNO
LOCKDOWN SOLO LOCALI, DOMANI ALTRO VERTICE CON LE REGIONI: FATE PURE CON COMODO … I SOVRANISTI E LA RUOTA DI SCORTA DI FORZA ITALIA DICONO NO A PROPOSTE CONDIVISE, PREFERISCONO LUCRARE SUI DISORDINI CHE SALVARE LA VITA AGLI ITALIANI
Lungo vertice del governo a Palazzo Chigi, con Giuseppe Conte e i capidelegazione della maggioranza. Sul tavolo, i dati forniti dagli scienziati sulle aree considerate più a rischio in base all’indice Rt e alle condizioni del sistema sanitario locale. L’esecutivo sarebbe intenzionato a promuovere una stretta sui territori.
Per questo incontrerà domani le Regioni, in modo da fare il punto sulle aree sotto pressione e decidere un’eventuale stretta. Occhi puntati sulle aree metropolitane di Milano, Napoli, Genova, Torino, su porzioni del Veneto e su alcune regioni meridionali.
Accanto ai limiti alle Regioni, però, dovrebbe essere anche varata una stretta nazionale: è in arrivo anche un dpcm, da approvare lunedì.
I dati, d’altra parte, sono pessimi. La pressione del Covid continua ad aumentare. La scaletta originaria prevedeva lockdown territoriali rigidi per le aree metropolitane o intere Regioni che segnano l’Rt oltre il 2 e, solo dopo, un dpcm nazionale entro metà della prossima settimana.
Ma le resistenze dei territori non mancano, come è chiaro anche dalle parole del governatore campano Vincenzo De Luca: “E’ una stupidaggine chiudere Milano e Napoli, non servono misure “mezze, mezze”. E’ il momento di interventi di carattere nazionale”.
Per questo l’esecutivo studia in queste ore anche una strategia diversa. Un doppio binario, che corre però parallelo: restrizioni sull’intero territorio del Paese e, contestualmente, ordinanze locali più restrittive, che si configurerebbero come dei veri e propri lockdown mirati.
Tra i limiti studiati invece in vista del dpcm nazionale, nuove regole per gli orari dei negozi, limitazioni ai movimenti regionali, forse ulteriori strette ai ristoratori, ad alcune attività sportive e dedicate alla cura della persona. Un modo per accontentare gli amministratori critici per l’assenza di un ulteriore quadro nazionale.
Resta inoltre il problema delle scuole, uno dei punti più delicati. Conte sembra aver del tutto abbandonato la linea della ministra Lucia Azzolina, ammettendo che in alcune aree del Paese la didattica in presenza è ormai a rischio e verà stabilita dai governatori. Tutto però è ancora in bilico. E nessun esito, in questa rincorsa ad arginare il virus, può darsi ancora per scontata.
La valutazione, territorio per territorio, spetta al Comitato tecnico-scientifico, ma a palazzo Chigi la volontà politica ha già preso atto di una direzione di marcia obbligata: se la mappatura degli esperti dirà che è necessario attivare da subito un cordone di protezione intorno ai territori più a rischio, allora si procederà immediatamente con zone rosse mirate. E con un nuovo Dcpm lunedì.
La pressione dei dati a livelli record, con 31.758 contagi e 297 morti, un centinaio in più in un solo giorno. La pressione delle piazze che continuano ad aggiornare il conto del disagio sociale e si infiammano con la protesta e con la violenza. Prima Torino, poi Firenze, oggi Roma, con Campo de’ Fiori messa a soqquadro dai tafferugli.
Pressioni che spingono Giuseppe Conte, ora investito anche da un calo di consenso nel Paese, ad accelerare.
Mezza Europa è sulla rotta del lockdown, dopo Francia, Germania e Belgio, anche Austria, Grecia e Portogallo si allineano sulle restrizioni alla francese, così come il Regno Unito al di là della Manica.
Stavolta però il presidente del Consiglio prova a coinvolgere le opposizioni. Ora che entro lunedì bisogna fare il grande salto nel buio, con ipotesi drastiche allo studio – dalle zone rosse nelle grandi città con la chiusura di bar, ristoranti e negozi allo stop alla mobilità tra le Regioni, alla scuola in presenza solo a fino alla seconda media – Conte propone a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia un posto al tavolo delle consultazioni domenicali per mettere a punto il nuovo Dpcm. Chiama anche Silvio Berlusconi, che resta freddo. E in serata il concetto è esternato con durezza in un comunicato congiunto con Matteo Salvini e Giorgia Meloni: “Ravvedimento tardivo, non siamo disponibili a operazioni di Palazzo”.
Conte non ha perso nulla, solo del tempo: è evidente che da mesi i sovranisti e la ruota di scorta di Berlusconi puntano solo sui disordini per lucrare voti sulla pelle degli italiani, fomentando odio sociale.
E’ il governo che avrebbe dovuto agire subito con un lockdown totale di tre settimane parlando chiaro agli italiani e mettendo all’angolo gli eversori che non sono “patrioti” , ma solo servi di interessi privati di categorie e lobbie.
I patrioti pensano a salvare le vite degli Italiani, non i conti in banca.
(da agenzie)
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