NUOVA TASSA PER CHI ARRIVA IN AEREO A VENEZIA: E TI PAREVA CHE NON CONTINUASSE L’OPERA DI TAGLIEGGIAMENTO DEI TURISTI, TASSATI TRE VOLTE
LO RIBADIAMO, UNA SOLA SOLUZIONE: NON METTERCI PIU’ PIEDE
L’emendamento della giunta comunale di Venezia ha fatto da apripista, nonostante le proteste delle compagnie aeree, degli operatori turistici lagunari e anche dei veneti.
Alla fine il consiglio comunale della città capoluogo ha approvato l’introduzione di una tassa aggiuntiva di 2,5 euro (anche se nella delibera si indica una forbice che va da 1a 3 euro) che verrà pagata dai viaggiatori in arrivo e partenza dall’aeroporto Marco Polo. Manca solo il voto finale al bilancio comunale.
L’incremento dell’addizionale di imbarco porterà a 9 euro la tassa pagata complessivamente allo scalo di Venezia.
Si tratta della “cifra più elevata in Italia, contro i 6,50 euro previsti di norma negli aeroporti italiani, i quali già sono un elemento di costo notevole che incide sulle tariffe ai consumatori oltre che sulla competitività del sistema aeroportuale italiano” ha scritto Matteo Castioni, il presidente di Aiscaf, l’associazione delle compagnie low fares operanti in Italia, in una lettera inviata al sindaco Luigi Brugnaro. In questo modo ha adombrato la minaccia di ridimensionare l’operatività dei vettori a basso costo, come EasyJet, Ryanair e Volotea, che risulterebbero penalizzati da un sovra costo da applicare ai passeggeri.
Michele Zuin, assessore veneziano al Bilancio, ha replicato: “La questione è già passata in Consiglio comunale quindi è stata istituita. Non si può tornare indietro, la decisione è stata presa per far fronte ai consumi energetici che stanno esplodendo. Le città d’arte, così come quelle ad alta attrazione di turismo e la bellezza che queste esprimono, hanno ingenti costi. Siamo stati costretti ad approfittare di questa opzione che deriva da una legge dello Stato”.
Approvata la tassa, il Comune dovrà trattare operativamente le modalità della riscossione con il gestore dell’aeroporto e le compagnie.
Sulla linea delle compagnie si è inserito anche Confturismo Veneto, con il presidente Marco Michielli, in rappresentanza di 17 operatori del settore: “Se fossimo a Firenze si potrebbe pensare all’esilarante scena del pedaggio nel film ‘Non ci resta che piangere’, ma qui di esilarante non c’è proprio nulla. Mentre sulla tassa d’ingresso per i pendolari che arrivano a Venezia non abbiamo posto obiezioni, questo ulteriore balzello andrebbe a colpire prima di tutto i veneti che l’aereo lo usano per lavoro senza neanche affacciarsi alla città storica. Inoltre, i turisti ‘paganti’, questi sì diretti a Venezia centro storico, si troverebbero a sostenere una tripla tassazione: imbarco, ingresso in città e tassa di soggiorno”.
Venezia unica in Italia? “Si troverebbe ad adottare l’iniziativa in piena solitudine, e non mi sembra una bella immagine”.
La questione è rimbalzata anche nella commissione regionale che si occupa di turismo.
La consigliera Elena Ostanel de “Il Veneto che Vogliamo” ha chiesto all’assessore leghista Federico Caner quale sia la posizione della giunta Zaia sul contributo di accesso alla città e sulla nuova tassa aeroportuale. Assieme ai colleghi Erika Baldin (Movimento 5 Stelle), Cristina Guarda (Europa Verde) e Arturo Lorenzoni (Misto) ha auspicato un ruolo di coordinamento dell’assessorato. Caner ha risposto di non avere competenza sulla materia.
“L’amministrazione regionale ha già dato i propri consigli agli amministratori veneziani. Il presidente Luca Zaia ha già espresso la propria contrarietà ai tornelli e invitato il comune di Venezia a distinguere tra contributo di accesso e accesso fisico alla città. Ha inoltre chiesto di esentare tutti i cittadini veneti dalla tassa, perché Venezia è capoluogo di regione. Ma allo stato attuale non sappiamo come sarà applicata”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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