NUOVO SCHIAFFO DEI REVISORI ALLA APPENDINO: NO AL BILANCIO PER COLPA DEL DISSESTO GTT
IL GRUPPO TORINESE TRASPORTI E’ SULL’ORLO DEL DISSESTO
Niente di fatto: il revisore dei conti di Pwc, Piero De Lorenzi, si è detto non in grado di esprimere un giudizio sul bilancio al 30 settembre del 2017 della Fct Holding, la finanziaria del Comune di Torino che gestisce le principali partecipazioni dell’ente oggi guidato dalla sindaca del Movimento 5 stelle, Chiara Appendino.
La dichiarazione di impossibilità a esprimersi è stata messa nero su bianco nella relazione del revisore dei conti allegata al bilancio di Fct (quest’ultimo appena reso pubblico), datata 17 novembre 2017: “Non esprimiamo un giudizio sul bilancio di esercizio della Fct Holding spa. A causa della rilevanza di quanto descritto nella sezione ‘Elementi alla base della dichiarazione di impossibilità di esprimere un giudizio’ della presente relazione, non siamo stati in grado di acquisire elementi probativi sufficienti ed appropriati su cui basare il nostro giudizio sul bilancio di esercizio”.
Il principale ostacolo alla formazione di un giudizio ha un nome: Gtt (Gruppo torinese trasporti), ossia l’azienda del trasporto locale del capoluogo piemontese interamente controllata dal Comune attraverso Fct e sull’orlo del dissesto.
Ebbene, come spiega nella sua relazione il revisore dei conti, “risulta” che Gtt, la cui partecipazione è iscritta nel bilancio della Fct tra le immobilizzazioni finanziarie per un importo di 142,78 milioni di euro pari a circa il 26% del totale attivo, “stia redigendo un piano industriale 2017-2021 connesso alla situazione di tensione finanziaria nella quale versa”.
Ne consegue che “Gtt non ha ancora provveduto all’approvazione del bilancio di esercizio del 2016”. In particolare, i revisori dei conti di Pwc non sono riusciti ad “acquisire elementi probativi sufficienti e appropriati a supporto del valore di iscrizione”, nel bilancio di Fct, della partecipazione in Gtt al 30 settembre 2017 e pertanto non sono stati in grado di “stabilire se fosse necessario apportare eventuali rettifiche al valore di iscrizione a bilancio della stessa”.
Il nodo centrale, quindi, è il valore dell’azienda dei trasporti all’interno del bilancio della società che raccoglie le partecipazioni del Comune: a quanto ammonta alla luce della crisi finanziaria e del piano di salvataggio che Gtt sta mettendo a punto? Momentaneo o definitivo che sia, il “no” dei revisori di Pwc al bilancio di Fct si muove in parallelo con un altro parere negativo, questa volta però espresso al bilancio consolidato del Comune di Torino e giunto dal collegio dei revisori dell’ente: anche in questo caso, il motivo del rifiuto è legato all’impossibilità di definire la situazione di Gtt.
Che la situazione dell’azienda pubblica dei trasporti sia critica lo ha ben presente anche l’amministratore unico di Fct, Susanna Fucini, che ha redatto il bilancio e che all’interno della nota integrativa, a proposito del valore della quota in Gtt, ha scritto: “In questo attuale momento è da considerarsi caratterizzato da elementi di incertezza dovuti in parte rilevante alle problematiche relative ai crediti che la stessa partecipata vanta sia verso l’Agenzia di mobilità sia verso la Regione Piemonte (guidata da Sergio Chiamparino) e il Comune di Torino”.
In questo contesto, a detta di Fucini, il piano a cui Gtt sta lavorando “sarebbe volto a configurare le condizioni per il rilancio industriale delle attività Gtt, evidenziando al tempo stesso il fabbisogno finanziario”.
L’amministratore unico della cassaforte di partecipazioni del Comune di Torino crede nel rilancio al punto che ha ritenuto che per il momento non ci sia bisogno di rettificare il valore di carico della partecipazione del 100% di Gtt. Che dunque nel bilancio di Fct resta pari a quasi 143 milioni.
Il timore dei revisori è evidentemente quello che possa trattarsi di un valore troppo ottimistico. Si vedrà .
Nel frattempo, il bilancio di esercizio di Fct al 30 settembre si è chiuso con un utile di 25,16 milioni, risultato che va a confrontarsi con la perdita di 7,3 milioni accusata alla fine del 2016 (i periodi di confronto non sono tuttavia omogenei perchè da quest’anno Fct ha anticipato la chiusura dei conti alla fine di settembre).
L’ultima riga del bilancio ha beneficiato di “proventi da partecipazione” per 32,6 milioni rispetto agli appena 5mila euro dell’anno prima. Merito soprattutto dei 21 milioni di dividendi arrivati dal veicolo Fsu srl (Finanziaria sviluppo utilities), che è la società controllata in forma paritetica dai Comuni di Torino e Genova che custodisce la quota di controllo della multiutility Iren.
Non solo: oltre ai 21 milioni di dividendi da Fsu, i 32 milioni abbondanti di proventi beneficiano, a loro volta, anche degli oltre 5 milioni di cedola arrivati dalla partecipazione diretta in Iren, pari a poco più del 6 per cento. Insomma, l’utile è stato praticamente ottenuto grazie alle azioni del gruppo dell’energia nato sull’asse tra Torino e Genova.
(da “Business Insider”)
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