OFFERTI 22.000 POSTI DI LAVORO IN ROMANIA
SU 45.000 ROMENI A TORINO SI PRESENTANO SOLO IN VENTI : I ROMENI PREFERISCONO STARE IN ITALIA, DA LORO STIPENDI BASSI E TROPPA DELINQUENZA…
Ci sono ogni tanto notizie che, a leggerle ed approfondirle, non si sa se ridere o piangere, scegliete voi . Dopo un primo incontro del genere, svoltosi a Roma il 23 febbraio, si è tenuto due giorni fa a Torino un incontro tra i rappresentanti delle aziende di Bucarest e i romeni che vivono in Italia. I primi chiedono ai loro connazionali di tornare in Romania per occupare uno dei 20.000 posti di lavoro a tempo indeterminato per cui cercano, senza trovare, manodopera. I secondi snobbano l’invito e a Torino, città che vede la presenza di 45.000 residenti romeni, si presentano ad ascoltare la proposta imprenditoriale appena in venti. Va così a buca l’appuntamento in cui si sperava di far incontrare la domanda e l’offerta, con un boom di richieste provenienti da Bucarest nei settori dell’edilizia, del commercio, delle telecomunicazioni e del terziario.
La Romania è infatti in forte espansione economica e la disoccupazione è appena del 3,9% . Il lavoro c’è, mancano gli uomini. Ma, ai romeni che vivono in Italia, tutto questo sembra non interessare minimamente. In Italia nei primi mesi dell’anno, nonostante migliaia di posti sicuri offerti, solo cento romeni hanno deciso di tornare in patria. Le spiegazioni sarebbero gli stipendi troppo bassi percepiti in Romania, dai 300 euro a un massimo di 1.000 mensili. Indubbiamente in Italia gli stipendi sono più alti ( per chi lavora ovvio), anche se in Romania crescono ogni anno con una certa consistenza. Siamo di fronte a un momento di forte sviluppo economico che molti romeni perderanno l’occasione di cavalcare, preferendo una vita ai margini del benessere, in un Paese straniero.
Senza contare che oggi in Romania sono molto richieste anche figure professionali specializzate, come medici, ingegneri, avvocati e architetti. Ma i principali motivi che determinano il mancato rientro di molti romeni attualmente in Italia, secondo le loro dichiarazioni, sarebbero ” i servizi carenti e la mancanza di sicurezza nel loro Paese”. In pratica dicono che in Romania c’è troppa delinquenza e non si sentirebbero al sicuro. Eppure è certificato che tanta criminalità ha lasciato la Romania per approdare proprio da noi: non a caso gli indici di comportamenti delinquenziali riscontrati in Italia da parte di cittadini romeni sono dieci volte maggiori rispetto a quelli registrati in Patria.
E si arriva all’assurdo che una imprenditrice di Bacau, in Romania, per la propria azienda tessile, ha dovuto assumere 1.500 operai cinesi, in quanto nessuna donna romena voleva lavorare nello stabilimento, dato che tra indennità di disoccupazione governativa e quattrini che ricevono da congiunti che lavorano all’estero non se la passa certo male.
Sono ormai 2 milioni i romeni che vivono in altri Paesi, circa un milione sarebbero in Italia. Adesso anche la Romania è meta di immigrazione a sua volta da parte di operai moldavi, ucraini, pakistani, indiani e turchi….Un giro di valzer continuo: che tra poco non tocchi agli Italiani cercare lavoro a Bucarest o in Pakistan ?
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