OLTRE SETTE MILIONI DI PENSIONATI CON MENO DI MILLE EURO AL MESE
CROLLA IL POTERE D’ACQUISTO DI OLTRE IL 9%… CIRCA 130.000 DIPENDENTI PUBBLICI IN MENO
Quasi la metà dei pensionati Inps (il 45,2%) ha un reddito da pensione inferiore ai 1.000 euro al mese, mette nero su bianco il bilancio sociale Inps 2012.
Su quasi 7,2 milioni di pensionati che non arrivano a 1.000 euro, poco meno di un terzo (2,26 milioni) non arriva nemmeno a 500 euro.
Possono invece contare su più di 3mila euro al mese poco più di 650.000 pensionati. Mentre il potere d’acquisto delle famiglie è crollato del 9,4% tra il 2008 e il 2012.
Nel complesso nei quattro anni considerati il reddito disponibile delle famiglie ha perso in media l’1,8% (-2% tra il 2011 e il 2012).
L’istituto di previdenza segnala anche l’emorragia di dipendenti pubblici nel 2012. Nell’anno passato gli statali sono diminuiti, a causa del blocco del turnover e dei numerosi pensionamenti, di circa 130mila unità (-4%) passando da 3,23 milioni a 3,1 .
GLI AMMORTIZZATORI
Altro tema dolente: gli ammortizzatori sociali.
L’anno scorso l’ammontare della spesa è stata di 22,7 miliardi di euro dei quali 12,6 di prestazioni e 10,1 di contributi figurativi.
La spesa è ripartita in 6,1 miliardi per la cassa integrazione, 13,8 miliardi per l’indennità di disoccupazione e 2,8 miliardi per l’indennità di mobilità .
Rispetto al 2011 si registra un aumento di spesa per la Cig nel suo complesso (21,7%), un incremento della spesa sia per l’indennità di disoccupazione (18,2%) che l’indennità di mobilità (17,3%).
L’ampiezza dell’utilizzo degli ammortizzatori nel 2012 emerge anche dai dati sui beneficiari: la Cig ha coinvolto in tutto più di 1,6 milioni di lavoratori, la mobilità ne ha interessati oltre 285mila e la disoccupazione nel suo complesso quasi 2,5 milioni. In totale oltre 4 milioni di lavoratori hanno percepito un ammortizzatore nel corso dell’anno.
IL BILANCIO
Così il totale delle uscite ammontano a circa 392 miliardi e, di queste, le prestazioni istituzionali, pari a 296 miliardi, coprono il 75 per cento circa di tutte le uscite.
A fronte di queste uscite, il totale delle entrate si colloca attorno a 382 miliardi, di cui 306 miliardi di entrate correnti e 20 miliardi di entrate in conto capitale.
Dei 306 miliardi di entrate correnti, 208 miliardi derivano dai contributi pagati dai datori di lavoro e dai lavoratori dipendenti e autonomi.
I trasferimenti che lo Stato e gli altri enti pubblici erogano all’istituto ammontano a circa 94 miliardi pari al 24,6 per cento di tutte le entrate.
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