ORA PER GALLERA SONO GUAI SERI: REPORT RIVELA LA CHAT DIETRO L’APPALTO PER I TEST SERIOLOGICI AFFIDATO SENZA GARA
DOPO CHE OGGI IL TAR HA ANNULLATO L’APPALTO, STASERA LA PROCURA DI MILANO HA APERTO UN FASCICOLO E CONVOCATO L’AZIENDA ESCLUSA SENZA UN MOTIVO… LA REGIONE SAPEVA CHE LA TECHNOGENETICS AVREBBE FATTO UN’OFFERTA PIU’ BASSA MA GALLERA HA DETTO CHE NON ERA INTERESSATO ALLA LORO OFFERTA
Oggi il Tar della Lombardia ha annullato l’appalto per i test sierologici sul Coronavirus che l’ospedale San Matteo di Pavia aveva affidato in trattativa diretta, quindi senza gara, all’azienda Diasorin.
Il tribunale amministrativo ha usato parole durissime, scrivendo nero su bianco che l’ospedale di Pavia, che si trova in una delle zone più colpite dalla pandemia, ha messo a disposizione di un’azienda privata la propria struttura e la ricerca pagata dallo Stato. La stessa, quella sui test sierologici, che dovrebbe essere fondamentale ora per procedere allo screening più ampio possibile nella popolazione, lombarda e non solo.
La puntata di Report, la trasmissione di giornalismo investigativo condotta da Sigfrido Ranucci e in onda questa sera su Rai Tre alle 21, spiega però un particolare importante.
Quando la Regione Lombardia ha deciso di non fare alcuna gara, sapeva benissimo che c’era sul mercato un concorrente che avrebbe potuto presentare un’offerta.
Anzi, sapeva che c’era il rischio che quella offerta fosse migliore di quella di Diasorin. E l’assessore alla Sanità lombarda, Giulio Gallera, lo sapeva perchè ha ricevuto più messaggi, senza mai rispondere, e ha infine telefonato dicendo che non era interessato.
Come spiega l’inviato di Report, Emanuele Bellano, mentre Diasorin incassa 2 milioni di euro per aver venduto alla Regione 500mila test, nei messaggi, l’ad di Technogenetics Salvatore Ceccotti propone a Gallera che, se sarà la sua azienda a produrre il test, regalerà alla Regione i primi 20mila test.
Ceccotti, il 21 marzo, scrive «Abbiamo pensato di donare 20mila test che potreste dare al personale medico e agli ausiliari del sistema sanitario».
Due giorni dopo, scrive ancora che «destinerà i test rapidi ad altre istituzioni». A quel punto, ma di quella conversazione non c’è registrazione, Gallera chiama per dire che non è interessato all’accordo e di lì a poco viene siglato l’accordo con Diasorin.
La vicenda è talmente sospetta che la procura di Milano, dopo la decisione del Tar di oggi 8 giugno di annullare la gara, ha deciso di aprire un fascicolo.
In serata convocherà Ceccotti per capire la vicenda dal punto di vista della concorrenza, ma la polemica è già rovente.
Del resto, le parole della sentenza del Tar lombardo sono a dir poco esplicite. La Fondazione San Matteo di Pavia «ha attribuito direttamente a Diasorin una particolare utilità , di rilevanza economica, che si traduce in un’occasione di guadagno», si legge.
E ancora: «Ha potuto contare su mezzi, strutture, laboratori, professionalità e tecnologie messe a sua esclusiva disposizione dall’ospedale di Pavia».
Non è la prima volta che la Regione Lombardia si trova a rispondere ad accuse che riguardano gare e affidamenti, pochi giorni fa sempre Report ha sollevato il caso di una donazione di camici ospedalieri fatta da un’azienda in cui la moglie di Attilio Fontana è socia di minoranza.
(da Open)
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