ORDINE NAZIONALE MEDICI: “CHIEDIAMO UN LOCKDOWN TOTALE”
INTERVISTA A FILIPPO ANELLI: “A FINE MESE TERAPIE INTENSIVE SATURE”
“I medici sono preoccupati, inutile nasconderlo”, dice il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli. “Il lockdown generale – dirà più avanti – ci farebbe comodo perchè abbasserebbe subito la curva, ma ci rendiamo conto che il Governo deve guardare anche alla tenuta del sistema economico, comprendiamo gli sforzi e i tentativi che sta facendo per tutelare le attività produttive”.
Presidente Anelli, oggi è stata superata la soglia dei 2000 ricoverati nelle terapie intensive. Com’è la situazione?
“Non siamo ancora alla fase della saturazione, ma i medici sono preoccupati, inutile nasconderlo”
Da cosa, in particolare?
“Dall’andamento della curva che non è una dolce collina, ma un picco, somiglia alla punta di una lama. Tradotto, vuol dire che i numeri aumentano in maniera esponenziale e presto potremmo arrivare a una saturazione dei posti letto nelle terapie intensive”.
Quanto “presto”: è possibile fare una previsione?
“Se continua così, potremmo arrivare alla saturazione delle terapie intensive a fine novembre. Ma oggi c’è anche un altro il problema”.
Cioè?
“Il problema oggi riguarda la tenuta del sistema sanitario, perchè l’occupazione progressiva dei posti da parte di malati Covid riduce via via la possibilità di garantire cure agli altri ammalati. Andando avanti così, la situazione potrebbe sfuggirci di mano. La preoccupazione dei medici è che questa seconda ondata non sia una mareggiata, ma uno tsunami che potrebbe travolgere il sistema sanitario. Per questo chiediamo al Governo misure più aggressive”.
Intende lockdown più stringenti, già chiesti dagli ordini dei medici di diverse Regioni o il lockdown generale?
“Bisogna chiudere il più possibile, varare misure che possano incidere nettamente sulla situazione. A noi medici il lockdown generale farebbe comodo perchè abbasserebbe subito la curva, ma ci rendiamo conto che il Governo deve guardare anche alla tenuta del sistema economico, comprendiamo gli sforzi e i tentativi che sta facendo per tutelare le attività produttive. Capiamo il grado di difficoltà delle scelte, ma da parte nostra è doveroso dire che misure forti aiuterebbero il sistema sanitario nazionale ad affrontare questa emergenza”.
Il Governo sta per varare un nuovo Dpcm, il quarto in meno di un mese. Si annuncia un coprifuoco nazionale, lezioni online per i licei, trasporto pubblico locale al 50%. Serviranno queste misure per abbassare la curva dell’epidemia?
“Potrebbero essere utile, vediamo. Credo che abbiamo ancora un paio di settimane per cercare di invertire il trend. Poi, se neanche questo provvedimento funzionerà , bisognerà prendere decisioni drastiche”.
Si annunciano anche regole differenziate, ma c’è tensione tra Governo e Regioni.
“Esiste una grande differenza tra lo stato dell’epidemia in Lombardia e in Basilicata quindi procedere a un lockdown in Lombardia potrebbe essere utile. È giusto che le Regioni, nel momento in cui rivendicano l’autonomia, si assumano le loro responsabilità . Siamo di fronte a un burrone, freniamo prima di arrivare al fondo. Negli ospedali si sta vivendo un dramma che potrebbe replicare quello della prima ondata”.
A cosa si riferisce?
“Gli screening per i tumori sono saltati, le liste di attesa per le visite si allungano, non si riesce più a praticare interventi che riguardano altre patologie. Per evitare che il sistema non tenga più bisogna intervenire subito, con decisioni di sicuro effetto”.
È di qualche giorno fa l’accordo sottoscritto con i medici di famiglia per i tamponi rapidi. Molti, però, si rifiutano di farli nel loro studio.
“Ho sentito tante sciocchezze sulla medicina generale. La verità è che da settant’anni subisce un processo di completo abbandono. Per usare una metafora automobilistica, la nostra medicina del territorio è paragonabile a una “Topolino” che deve competere con le Mercedes. Il moto di ribellione dei medici del territorio nasce dai carichi di lavoro abnorme cui devono far fronte e dal fatto che sono soli e inseriti in un sistema che non va, basato su un modello desueto, vecchio e incapace di dare risposte al passo coi tempi. Perchè la Germania ha meno morti per Covid di noi?”
Già , perchè?
“Perchè ha un sistema territoriale che funziona, dove i medici non devono gestire tutto da soli, ma possono avvalersi della collaborazione e del supporto di infermieri, operatori, terapisti. I nostri medici bene hanno fatto a sottoscrivere l’accordo per praticare i tamponi rapidi, ma non si può tacere sulla situazione in cui sono costretti ad operare. Il ministero della Salute, Roberto Speranza, ha dimostrato buona volontà , per l’acquisto degli apparecchi ad esempio, ma quando arriveranno troveranno un sistema che comunque non è adeguato. Ci vorrebbe un modello multiprofessionale, nel quale ognuno – medici, infermieri, operatori – svolge la sua parte. Intanto nelle varie Regioni ha gestito la medicina territoriale si guardi allo specchio e si chieda perchè non ha investito in questo settore vitale, lasciando i medici da soli”.
(da agenzie)
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