OTTO MILIARDI PER LA RICOSTRUZIONE IN ABRUZZO: SIAMO SICURI DI AVERLI ?
PRIMA SEMBRAVA UN DRAMMA TROVARNE ANCHE UNO, ORA SI DICE CHE SI SONO TROVATI “FOCALIZZANDO LA SPESA”…PER IL PRIMO ANNO IN REALTA’ BASTANO 1,5 MILIARDI, POI SI VEDRA’… LA RICOSTRUZIONE COSTERA’ MENO DEL PREVISTO E SI FARANNO LE SOLITE PARTITE DI GIRO
Otto miliardi di euro per l’Abruzzo, distribuiti nel quinquennio 2009-2013, per superare intanto l’emergenza e avviare la ricostruzione.
Questo lo stanziamento previsto da parte del Governo per far fronte alle conseguenze del sisma che ha colpito la zona aquilana. Cifra che dovrebbe trovarsi attraverso risparmi e spostamenti di voci di bilancio.
Mentre fino a pochi giorni fa si litigava persino per dove andare a cercare 200 milioni, improvvisamente la strada pare in discesa.
Niente più tasse o altre misure impopolari che avrebbero penalizzato il consenso dell’elettorato, si cercherà di fare qualche manovra di aggiustamento interno.
Intanto, come avevamo anticipato, i costi sono inferiori alle cifre sparate da Maroni che aveva parlato di 12 miliardi, qua siamo scesi già a 8, ma a nostro parere si calerà ancora.
L’unica cosa certa è che nell’arco di un anno la cifra che serve è di 1,5 miliardi per far fronte all’emergenza immediata, poi si vedrà .
Gli altri 6,5 miliardi hanno solo una previsione di copertura parziale con 1 miliardo prelevabile dal fondo a disposizione della Presidenza del Consiglio e con un massimo di 500 milioni di euro da parte dell’Unione Europea.
Le polemiche, ha sottolineato Tremonti, hanno impedito il ricorso al 5 per mille ( noi diremmo il buon senso) e ad altre tassazioni.
Tremonti parla poi di 220 milioni recuperabili organizzando il G8 in Abruzzo, anzichè alla Maddalena ( risparmio tutto da dimostrare, come da ns. articolo in cui trattiamo l’argomento) e altri 300 milioni dal bonus famiglia non utilizzati ( altra iniziativa che, se avanzano soldi, non ha avuto l’esito promesso).
Queste ultime due cifre, qualora fossero anche confermate dai fatti, rappresentano pur sempre una patita di giro: togli da una parte per dare a un’altra.
Sicuramente con questo programma si può far fronte, grazie anche al contributo europeo, alla prima fase annuale di emergenza, poi è evidente che occorreranno altre fonti di entrata.
Probabile che il governo pensi ad attingere in futuro, come per gli 8 miliardi utilizzati per gli ammortizzatori sociali, ai fondi europei destinati allo sviluppo, alla formazione professionale e alle infrastrutture del Sud che verrebbero così ulteriormente tagliate, unitamente allo scudo fiscale per il rientro dei capitali dai vari paradisi fiscali esteri ( anche qui tutto da verificare) e a qualche lotteria istantanea.
Si parla anche di investimenti degli enti previdenziali e della cassa Depositi e Prestiti.
La filosofia scelta ci sembra di poterla sintetizzare nel concetto: pensiamo al breve ed evitiamo di prendere misure impopolari, poi si vedrà con calma.
Le misure previste sono il contributo di 150.000 euro a chi ha perso la casa, di 80.000 euro a chi l’ha avuta solo danneggiata e la costruzione dei campus universitari che nella prima fase ospiteranno le famiglie dei terremotati e successivamente diventeranno quartieri studenteschi.
Speriamo che si riesca a renderli operativi per settembre, quando all’Aquila comincerà a fare freddo.
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