PAOLA EGONU E IL RAZZISMO: “DA PICCOLA I GENITORI DELL’ALTRA SQUADRA MI INSULTAVANO DAVANTI ALLE FIGLIE”
LA 23ENNE CAMPIONESSA DI PALLAVOLO RACCONTA GLI EPISODI DI RAZZISMO SUBITI QUANDO AVEVA 14 ANNI… ORA CHE E’ FAMOSA SONO DIVENTATI TUTTI GENTILI, TIPICO DEI SERVI RAZZISTI
“Avevo 14 anni e i genitori delle ragazze dell’altra squadra iniziarono a insultarmi: frasi razziste, cattive, davanti alle loro figlie. Un ricordo orribile. Certe meschinità sono difficili da ingoiare”: Paola Egonu racconta a Oggi del razzismo vissuto sulla propria pelle, che ha l’unica colpa di essere scura.
“È brutto – spiega la 23enne pallavolista della Nazionale – ma io sono arrivata a odiare il Veneto. Ora la gente invece è più aperta, e sono felice quando torno a casa e finalmente sto a mio agio”.
Con le sue compagne di squadra è arrivata in semifinale della Nations League, un traguardo mai raggiunto dall’Italia da quando il torneo si chiama così (cioè dal 2017). Nei quarti contro la Cina Egonu ha realizzato 36 punti rimarcando ancora di più la sua centralità all’interno della squadra.
Un successo che le ha permesso, in parte, di non essere più vittima di episodi di discriminazione: “A me non capita più di subire torti – spiega – ma succede ai miei cari: mi indigno e soffro per loro. Qualche tempo fa mia mamma ha preso un caffè in un bar. Le hanno allungato una tazzina fredda, che stava sul bancone, fatta per qualcun altro. Ha protestato. La risposta è stata odiosa: ‘Se vuoi ti bevi quello’. Con un bianco non si sarebbero permessi”.
E sul suo coming out: “Mi hanno fatto una domanda e ho risposto con sincerità. Finita l’intervista la mia agente mi ha detto: ‘Ma ti sei resa conto di quello che hai appena detto?’ Ho chiamato i miei genitori: all’inizio si sono irrigiditi, ma poi hanno accettato la situazione. Ho spiegato loro che a me piacciono le persone, e il genere mi interessa poco”. “Sono innamorata di un ragazzo – conclude – e mi è sembrato del tutto normale. Adesso, sì, sono innamorata, felice e spaventata. Controllo frustrazioni, rabbia, dolore, ma l’emozione che mi dà questa persona è così forte… Non mi chieda se è un uomo o una donna, non ha importanza”.
(da NextQuotidiano)
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