PDL, PRIMARIE ANCORA IN SOSPESO, SFIDA APERTA BERLUSCONI-ALFANO
SIT IN PRO-CONSULTAZIONE SOTTO LA SEDE DI VIA DELL’UMILTA’
«Il cofondatore Fini se ne è andato qualche tempo fa e ora, che se ne va anche il fondatore Berlusconi, la casa è davvero senza più padroni…».
La battuta è del deputato Fabio Rampelli e sintetizza bene qual è lo stato d’animo di autentico smarrimento dei dirigenti del Pdl che, insieme al segretario Angelino Alfano, sono rimasti a presidiare il fortino di via dell’Umiltà , sede nazionale del partito.
Dove ogni sviluppo futuro dipende dall’ultima decisione del Cavaliere.
Senza la firma del presidente Silvio Berlusconi, infatti, non si può convocare l’ufficio di presidenza del Pdl e non si possono indire le primarie del centrodestra.
E sarà sempre l’ex presidente del Consiglio a decidere se e quando l’ufficio di presidenza dovrà ratificare le sue dimissioni perchè lui è intenzionato a dire addio al Pdl e a rifondare Forza Italia con i suoi fedelissimi.
In questo clima di confusione totale, Berlusconi ha fatto sentire la sua voce dai teleschermi di Canale 5 per dire che nel suo (ex?) partito nessuno può dormire sonni tranquilli: «Qualcosa deve partire da ciò che sta succedendo, stiamo valutando se dar vita a un nuovo soggetto politico».
E questo «qualcosa» ha un nome: Forza Italia.
Un simbolo: il logo storico del ’94 e un jingle inconfondibile.
Secondo quanto riferisce il «Giornale» di proprietà della famiglia Berlusconi il progetto verrà illustrato urbi et orbi questo giovedì dal Cavaliere.
E le primarie del Pdl programmate dal segretario Angelino Alfano che fine fanno? «Per ora vanno avanti, c’è un ufficio di presidenza che deciderà se confermare o meno le primarie del 16 dicembre», risponde il Cavaliere che però ha dato un altro colpo mortale al progetto di avviare un processo democratico interno al Pdl.
E Alfano ora non può fare altro che attendere le decisioni del leader che tanti anni fa lo scelse tra centinaia di peones, gli offrì un ufficio a Palazzo Grazioli e poi autorizzò la sua ascesa al vertice del ministero della Giustizia.
Ieri il segretario non si è visto in via dell’Umiltà ma chi ci ha parlato assicura che lui è deciso ad andare avanti con le primarie.
La strada è obbligata: per Alfano, infatti, «il nuovo soggetto politico» di Berlusconi sarebbe un luogo ostile dove si consumerebbero vendette e vecchi rancori che lo vedrebbero soccombente.
Restano appena tre settimane per organizzare le primarie del centrodestra.
Guido Crosetto (anche lui candidato) è sicuro che si faranno e già si attrezza: «Alfano e la Meloni contano su truppe cammellate io sulle mie idee».
Invece Andrea Augello teme che Berlusconi perda altro tempo, per cui lo invita «a mettere sul tavolo la sua proposta entro 48 ore».
Gianni Alemanno è sicuro che Alfano rimarrà . Daniela Santanchè invita il segretario a fermarsi e ad aspettare le decisioni di Berlusconi.
Ma Fabio Rampelli – che insieme ad Augello, a Barbara Saltamartini e a Giorgia Meloni ha dato vita a un sit in via dell’Umiltà per chiedere «primarie subito» – segnala l’urgenza di convocare il comitato dei garanti presieduto da Lamberto Dini per mettere a punto le regole: «Una tra tutte. Quella che impone ai sedicenni di pagare 12 euro (il costo della tessera del Pdl, ndr) per votare quando agli adulti verranno chiesti 2 euro».
E gli ex An non hanno difficoltà ad affermare che questa discriminazione è fatta apposta per danneggiare la candidata Giorgia Meloni che ha deciso di sfidare il segretario Alfano.
Le proteste della base che chiede «primarie subito» si sono ripetute anche a Modena e a Bologna mentre a Palermo sono nati i comitati per la Meloni.
Ma tutto questo rischia di sfociare nel nulla se l’annuncio del Cavaliere di rifondare Forza Italia avrà l’effetto di provocare un fuggi fuggi generale dal Pdl.
Su questa eventualità il senatore Domenico Benedetti Valentini ironizza: «Certo, per tutti questi fedelissimi non ci sarà posto nella lista che intende fare Berlusconi…».
E l’osservazione non è casuale perchè al Senato la legge elettorale – che dovrebbe andare in aula domani – si è fermata ancora una volta in commissione perchè Pdl e Berlusconi giocano due partite diverse: ora i fedelissimi del Cavaliere puntano a una conferma del «porcellum» con le liste bloccate mentre il Pdl (con l’Udc e la Lega) ha appena votato le reintroduzione delle preferenze.
Dino Martirano
(da “il Corriere della Sera”)
Leave a Reply