PIROZZI, LO SCARPONARO CHE ODIA LE TATE E VUOLE LE MAMME A CASA
SUL TERREMOTO E’ LECITO COSTRUIRSI UNA CARRIERA POLITICA?… L’IMBARAZZANTE CAMPAGNA ELETTORALE NEL PASSATO REMOTO DEI DIRITTI E DELLE LIBERTA’
Sul terremoto Pirozzi ci ha costruito molto. Perfino il nome della sua lista, dedicata allo Scarpone. Il simbolo, questo evidentemente il messaggio per gli elettori, di un uomo che per un anno e mezzo ha combattuto le gigantesche difficoltà di una città rasa al suolo dal sisma del Centro Italia.
Sollevando però, questo lo si dimentica troppo spesso, non poche polemiche (per esempio quelle sugli sms solidali, una bufala smontata dalla procura di Rieti).
E in fondo, qualora fosse eletto governatore, lasciando il suo comune nel pieno della difficile ricostruzione. Ma questa è un’altra storia.
Come è storia diversa delle sparate elettorali quella della ristrutturazione della scuola Capranica e dei presunti mancati controlli all’Hotel Roma e alla casa di riposo Don Minzoni. Tutti edifici venuti giù quella notte dell’agosto 2016.
Pirozzi è un uomo di vecchia destra. Alcune sue posizioni, perfino le più retrograde, non stupiscono. Specie per chi conosca la destra di quei territori
L’avventura regionale è però faccenda ben più dura e alla ribalta nazionale fornita dal terremoto occorre aggiungere una forte caratterizzazione politica. Per spingere ancora di più la sua candidatura, un po’ come la “razza bianca” di Attilio Fontana in Lombardia, Pirozzi ne sgancia quindi una al giorno. Due giorni fa sulle donne. Anzi, sulle mamme. L’occasione era d’altronde un incontro con i simpatizzanti del Popolo della famiglia all’Atlantico Live di Roma. Serviva dunque un bel viaggio nel tempo, un ritorno al passato dei diritti, dell’emancipazione, delle libertà individuali femminili. Altro che politiche di genere: per Pirozzi con le mamme a casa il problema è risolto.
Lo “scarponaro” riesuma dalla tomba della vergogna “argomenti” che fa quasi senso dover recuperare: come se l’educazione dei figli fosse un’esclusiva delle mamme, come se queste non potessero legittimamente ambire a sposare le due sfere della loro esistenza, condividendone alla pari il peso con i padri.
Come se non fossero uguali agli uomini, in tutto e per tutto. Evidentemente c’è ancora da ribadirlo se un candidato alla Regione usa questa immondizia ancestrale per raggranellare il sostegno dei teocon all’amatriciana.
“Questa è la battaglia della mia vita” ha spiegato Pirozzi rispetto alla sua legittima candidatura alle prossime elezioni.
Secondo noi di battaglie della vita, per il sindaco di una città distrutta dal terremoto, ce ne sarebbero di più dignitose da combattere.
(da “Wired”)
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