PRESIDENTE INPS, LITE SULLA POLTRONA TRA M5S E LEGA
I GRILLINI VOGLIONO TRIDICO, I LEGHISTI NORI, SPUNTA L’IPOTESI DI UN COMMISSARIO TRAGHETTATORE
Pasquale Tridico? “No”. Pasquale Tridico? “Non va bene”. Pasquale Tridico? “Non se ne parla”.
Chi nei 5 stelle ha guidato la trattativa con la Lega per la presidenza dell’Inps l’ha ripetuto in modo incessante nelle ultime due settimane: quel posto spetta al Movimento e nello specifico al papà del reddito di cittadinanza, super consulente e fidatissimo di Luigi Di Maio.
Dal Carroccio è arrivata sempre la stessa risposta: no. Solo che alla scadenza del mandato di Tito Boeri mancano 24 ore e una soluzione va trovata per non lasciare senza guida un istituto che è soprattutto strategico per il disegno del governo gialloverde. Leggere quota 100 e reddito di cittadinanza.
L’intesa politica però non c’è, nè si intravede. È stallo. Ecco che allora i pentastellati, secondo quanto riferiscono fonti vicine alla partita, hanno deciso di forzare la mano: l’unica exit strategy è un commissario a tempo, un traghettatore.
Anche i contatti delle ultime ore non hanno portato alla sintesi su un nome.
Un tentativo, lato 5 stelle, aveva provato a smuovere nuovamente la palude: la presidenza dell’Inps al Movimento, quella dell’Inail al Carroccio.
Ma gli uomini di Matteo Salvini che hanno in mano il dossier hanno respinto la mediazione anche alla luce della considerazione che l’Istituto contro gli infortuni sul lavoro ha un peso politico minore rispetto all’Istituto previdenziale.
È la carambola delle nomine, le cui dinamiche sono già affiorate pochi giorni fa in occasione del rinnovo della presidenza della Consob.
Questa volta, spiega chi ha avuto modo di sondare gli umori del Movimento, l’effetto che si vuole evitare è proprio l’effetto Consob.
Perchè negli accordi tra i due coinquilini di governo, la presidenza dell’Authority spettava ai 5 Stelle, che volevano affidarla a Marcello Minenna. Salvini accettò, ma altre questioni – a iniziare dai dubbi del Quirinale – alla fine hanno portato alla scelta di Paolo Savona, l’uomo che la Lega voleva al Tesoro.
E anche se i grillini hanno ottenuto (in forma di accordo politico perchè la nomina spetta agli organi Consob) che Minenna venga promosso segretario generale, di fatto hanno perso quella poltrona a discapito della Lega.
Su Tridico, però, la Lega non si smuove. E l’ultimo nome messo in campo dal Carroccio, quello dell’ex direttore generale dell’Inps Mauro Nori, ha ricevuto lo stesso trattamento a parti invertite: no.
Quando, intorno all’ora di pranzo, alcuni rumor hanno dato per fatto l’accordo su Nori presidente e Tridico vicepresidente, sia la Lega che i 5 stelle si sono affrettati a smentire. Il ticket non va bene a nessuno.
Come uscirne? Si pensa a una nomina a tempo, da mettere nero su bianco nei prossimi giorni attraverso un decreto congiunto del ministero del Lavoro e del Mef: un commissario di basso profilo che guidi l’Inps fino a quando entreranno in vigore le norme previste dal decretone su quota 100 e reddito di cittadinanza.
Solo allora – più o meno a metà marzo – il commissario lascerà il posto al presidente e agli altri quattro consiglieri che compongono la cabina di comando dell’Istituto. Sperando che in un mese maturi l’intesa politica. Quella che oggi non c’è.
(da “Huffingtonpost”)
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