PROCESSO FARSA NEI CORRIDOI DI UN POSTO DI POLIZIA, NEANCHE IN TRIBUNALE: NAVALNYJ CONDANNATO A 30 GIORNI DI CARCERE, COSI IMPARA A NON FARSI AVVELENARE IN SILENZIO
IL MINISTRO DEGLI ESTERI LAVROV ESILARANTE, PENSA DI ESSERE ANCORA IN UN REGIME COMUNISTA E ACCUSA IL MODELLO CAPITALISTA DELL’OCCIDENTE… PECCATO CHE IN RUSSIA CI SIA UN OLIGARCHIA CAPITALISTA CORROTTA PEGGIO CHE IN OCCIDENTE
Aleksej Navalnyj è stato condannato a 30 giorni. Resterà in carcere almeno fino al 15 febbraio, scrivono i suoi collaboratori su Twitter al termine di un processo improvvisato in un posto di polizia a Khimki, periferia di Mosca.
All’avvocato Vadim Kobzev, uno degli avvocati di Aleksej Navalnyj, la notifica dell’udienza era arrivata solo un minuto prima: il processo inizierà alle 12.30, ora di Mosca, le 10.30 in Italia. Per almeno 15 ore i legali dell’oppositore fermato ieri al suo atterraggio all’aeroporto Sheremetevo di Mosca avevano chiesto di poter vedere il loro cliente. Invano.
L’udienza è iniziata di colpo in un’aula improvvisata dentro al dipartimento di polizia di Khimki dove Navalnyj era stato trasferito in nottata. Un giudice portato in fretta e furia e tv filo-governative fatte entrare da una porta di servizio, mentre la stampa internazionale e i collaboratori del dissidente venivano lasciati all’addiaccio dietro a una recinzione a oltre 20 gradi sotto zero.
Non abbiamo gli esiti del tampone anti-Covid di Navalnyj, si è poi giustificato il ministero degli Interni russo citato da Ria Novosti.
Solo a metà udienza, la giudice Morozova ha concesso ai difensori di Navalnyj mezz’ora per familiarizzare con i materiali del caso e altri 20 minuti per interloquire con il loro cliente, annunciando una pausa di 50 minuti.
Navalnyj resterà in carcere fino al 15 febbraio. Ma il 29 gennaio è già stata fissata l’udienza per trasformare la condanna alla libertà vigilata in carcere nell’ambito di un vecchio processo del 2014, su richiesta del Servizio penitenziario federale russo.
“Non capisco che cosa stia succedendo. Un minuto fa sono stato portato fuori dalla cella per incontrare gli avvocati. Sono venuto qui e qui si sta svolgendo una sessione del tribunale di Khimki. Alcune persone mi stanno filmando, altre sono sedute in sala. Questa è la “seduta pubblica” del tribunale di Khimki, dove si sta esaminando la questione del mio arresto su richiesta del capo della polizia”, ha commentato lo stesso Navalnyj in un filmato diffuso su Twitter dalla sua portavoce Kira Jarmish. Il primo commento dopo l’arresto.
“Perchè l’udienza si svolge in un posto di polizia, non capisco?”, ha continuato Navalnyj. “Perchè nessuno è stato informato, perchè non è stata fatta alcuna convocazione? È semplice. Ho visto la giustizia più volte umiliata, ma a quanto pare lo stesso nonno (Putin) nel bunker ha così paura di tutto che hanno strappato con aria di sfida il codice di procedura penale e lo hanno gettato nella spazzatura. È impossibile quello che succede qui. È semplicemente illegalità al massimo grado, non posso definirlo in altro modo”.
Navalnyj ha poi chiesto che in aula venissero ammessi anche i giornalisti lasciati ad aspettare fuori dal dipartimento. “Non accettano di accreditare giornalisti, il che evidenzia uno strano pregiudizio, ovviamente sono per la trasparenza totale del processo, affinchè tutti i media possano osservare questa stupefacente assurdità , che sta avendo luogo qui. E voglio che lascino passare tutti, non solo Lifenews e il servizio stampa della polizia, ma anche i giornalisti che al momento se ne stanno al freddo presso il cancello e non vengono fatti entrare”. Ma la richiesta è stata respinta.
L’arresto di Navalnyj
Navalnyj è rientrato in Russia ieri sera dopo aver trascorso cinque mesi in convalescenza in Germania dove era stato trasferito lo scorso agosto dopo essere finito in coma su un volo Tomsk-Mosca in seguito all’avvelenamento da Novichok, agente nervino di fabbricazione sovietica.
Lo scorso dicembre il Servizio penitenziario federale russo aveva minacciato di trasformare una sua vecchia condanna alla libertà vigilata in pena detentiva usando come pretesto il fatto che Navalnyj, stando in Germania, non si era più recato davanti al giudice di sorveglianza.
Le condanne dell’Occidente
Dall’Occidente intanto continuano a piovere condanne e appelli per il rilascio immediato. “La detenzione di oppositori politici è contraria agli impegni internazionali della Russia”, ha commentato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.
“Non hanno spezzato Navalnyj col veleno, non ci riusciranno con la prigione. Che la nostra solidarietà sia la sua forza”, ha scritto su Twitter il presidente del Ppe ed ex presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
Le reazioni di Mosca
Stando al canale di notizie su Telegram Podjom, Dmitrij Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, alla richiesta di un commento ieri notte avrebbe replicato: “È stato arrestato in Germania? Non sono aggiornato”. Come Putin, Peskov non nomina mai l’oppositore.
“Si capisce quanto (i politici occidentali) siano felici di copiare le stesse dichiarazioni. Sono felici perchè sembra che credano di poter distrarre in questo modo l’opinione pubblica dalle profonde crisi che il modello liberale di sviluppo sta attraversando”, ha dichiarato invece stamani il ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov, citato da Tass, durante la conferenza stampa sui risultati della diplomazia russa nel 2020.
(da agenzie)
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