“PRONTI A COLPIRE LA LIBIA DA SOLI”: SARKOZY HA LE PALLE, FRATTINI LE RACCONTA SOLO
IL PRESIDENTE FRANCESE E IL PRIMO MINISTRO INGLESE CAMERON SI SCHIERANO PER AIUTARE GLI INSORTI PRIMA CHE I CIVILI SIANO TUTTI MASSACRATI DA GHEDDAFI…FRATTINI SI PRECIPITA A PRECISARE: “NOI NON PARTECIPEREMO”… IL GOVERNO DEGLI ACCATTONI ASPETTA DI VEDERE PRIMA CHI VINCE: SE VENGONO TRUCIDATI OGNI GIORNO DEI GIOVANI COMBATTENTI PER LA LIBERTA’ SE NE FOTTONO, ALTRO CHE POPOLO DELLA LIBERTA’
La Francia va avanti da sola, spacca il fronte dell’Ue riconoscendo il Consiglio degli oppositori di Gheddafi e fa balenare l’idea di andare in Libia per «raid aerei mirati».
Nella serata di ieri anche il primo ministro inglese Cameron si è allineato alla posizione della Francia.
L’Europa si interroga sul da farsi, lo fa anche con gli Stati Uniti in seno al Patto Atlantico, e si risponde d’essere pronta a tutto, a proclamare una «no fly zone» come a mandare le navi davanti al Golfo della Sirte, purchè ciò sia legittimato dal Consiglio di Sicurezza Onu.
La politica del “prendere tempo” però non paga: tra pochi giorni Gheddafi riprenderà il controllo della Libia e continuerà a massacrare il proprio popolo, forte dell’aviazione e di migliori armamenti.
Sarkozy avrà modo di spiegarsi oggi ai colleghi leader dell’Unione, convocati in conclave straordinario a Bruxelles.
Ma già in serata, una lettera congiunta Francia e Gran Bretagna in cui si diceva che «Muammar Gheddafi e il suo clan devono andarsene per evitare ulteriori sofferenze al popolo libico», dava il senso di come l’asse si stia spostando sulla linea dell’Eliseo.
Stesso concetto espresso nella bozza del vertice.
Ma nella lettera Parigi e Londra fanno un passo in avanti: chiedono alla Ue di riconoscere subito l’opposizione e promettono impegno per la creazione di no fly zone a protezione dei ribelli.
La posizione italiana è diversa da quella francese, «certe decisioni è meglio discuterle nel quadro Ue».
E Frattini precisa che l’Italia “non parteciperà a eventuali bombardamenti mirati” contro le forze di Gheddafi.
Il coraggioso governo nostrano prima aspetta di vedere chi vince, come al solito.
Il governo, aggiunge Frattini, è stato il primo a inviare mandare una missione umanitaria a Bengasi, dove ora riaprirà il consolato: «Gli altri valutino cosa abbiamo fatto e seguano l’esempio».
Per Frattini in pratica il nostro compito non è quello di prendere decisioni da nazione sovrana, ma solo quello di adempiere al ruolo della Croce Rossa o dei becchini.
L’Italia ipotizza al massimo di mettere a disposizione i propri aeroporti.
«Ai bombardamenti non abbiamo mai pensato – precisa il ministro della Difesa Ignazio la Russa – è esclusa ogni operazione terrestre».
Che fare se Gheddafi dovesse prevalere?
L’Ue ha ancora la ricetta per l’emergenza e per questo guarda a Oriente.
Se capitasse il peggio, si fa capire, potrebbe essere la Lega Araba a fornire la scorciatoia per rompere gli indugi.
La sponda dell’Unione Africana – organizzazione presieduta da Gheddafi nel 2009 – invece è saltata.
Nessun appoggio a un intervento militare, dicono in serata dalla Ua che invece ha costituito un comitato di cinque capi di Stato che si recheranno in Libia per tentare di porre fine alle ostilità .
Tutti che si nascondono dietro mille giustificazioni e pretesti, onore a Sarkozy (e a Cameron) che almeno hanno fatto capire che un governo di destra, di fronte a un criminale internazionale, le palle deve mostrale, non solo raccontarle come è d’uso in Italia.
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