QUANTI SONO I GRILLINI CHE STANNO CON DI BATTISTA?
SONO OTTO-DIECI I SENATORI GRILLINI CHE NON VOGLIONO L’ACCORDO CON RENZI E PREFERISCONO TORNARE ALLE URNE
Insieme a te non ci sto più, guardo le nuvole laggiù: Alessandro Di Battista non ha preso bene la decisione del Movimento 5 Stelle che, per bocca di Vito Crimi, davanti a Mattarella non ha posto veti sul ritorno di Italia Viva in maggioranza, se si dovesse formare un nuovo governo guidato da Giuseppe Conte.
L’ex parlamentare del M5S ha tuonato su Facebook: “Prendo atto che oggi la linea è cambiata. Io non ho cambiato opinione. Tornare a sedersi con Renzi significa commettere un grande errore politico e direi storico. Significa rimettersi nelle mani di un “accoltellatore” professionista che, sentendosi addirittura più potente di prima, aumenterà il numero di coltellate. Ed ogni coltellata sarà un veto, un ostacolo al programma del Movimento e un tentativo di indirizzare i fondi del recovery verso le lobbies che da sempre rappresenta. L’ho sempre pensato e lo penso anche adesso. Se il Movimento dovesse tornare alla linea precedente io ci sono. Altrimenti arrivederci e grazie”.
C’è un rischio reale di scissione? E quanti sono i parlamentari grillini che seguirebbero Di Battista?
Capurso e Lombardo su La Stampa fanno qualche conto:
Monta, ora dopo ora, la rivolta interna dei duri e puri, deputati e senatori, che non vogliono tornare a sedersi al tavolo con Italia viva. Quanti è difficile dirlo, in un partito frantumato dove i radar indicano il “tilt” da mesi. Sono «una decina in tutto», prova a rassicurare qualcuno. «Potrebbero essere una trentina, di cui almeno 3-4 senatori», spiega invece, con qualche preoccupazione in più, chi tiene in mano il pallottoliere di palazzo Madama
Mentre Trocino sul Corriere tira fuori i nomi:
Da Pino Cabras ad Alvise Maniero, alcuni deputati manifestano un dissenso per le posizioni assunte. Ma la vera incognita rimane il Senato, decisivo per le sorti di una eventuale maggioranza giallorossa. «Valuterò quando verrà formulata l’ipotesi di un nuovo governo», dice Mattia Crucioli. Nicola Morra evoca le dimissioni. Barbara Lezzi parla di sondare la base attraverso la piattaforma Rousseau: «È un repentino cambio di linea al quale, per essere legittimato, deve seguire un voto degli iscritti. I due governi formati dal 2018 hanno visto centrale il voto dei nostri iscritti. Anche in questo caso è necessario»
Altri senatori escono allo scoperto: «Se dobbiamo scegliere se far torto o patirlo, torniamo alle urne», scrive Bianca Laura Granato in un post su Facebook. In totale si parla di 8-10 senatori contrari alrientro in maggioranza dei renziani
(da agenzie)
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