REGALO DI 800.000 EURO DEL GOVERNO ALLA MOGLIE DI BOSSI: FINANZIAMENTO ALLA “SCUOLA DEI POPOLI PADANI”
FONDATA DA MANUELA MARRONE NEL 1998, LA SCUOLA E’ IMPRONTATA ALLA CULTURA LOCALE…PRESIDENTE E’ DARIO GALLI, EX SENATORE LEGHISTA: LA COMMISSIONE BILANCIO DEL SENATO HA EROGATO QUELLA CIFRA SU RICHIESTA DELLA LEGA…NEL 2008 LA SCUOLA HA DICHIARATO UN PASSIVO DI 495.796 EURO…MA NON ERA ROMA LADRONA LA PATRIA DELLE CLIENTELE?
Le ristrutturazioni costano, e se c’è un aiuto statale è meglio.
Quello che non vale per i comuni cittadini è però sempre un principio cui può appellarsi la Casta quando deve far arrivare contributi a fondo perduto ad enti, organismi, associazioni della “parrocchia di appartenenza”.
Metodi da prima Repubblica ormai superati?
Sistemi clientelari tipici del sud assistenzialista o della Roma ladrona?
Pare di no: piuttosto caratteristica della Lega dei “duri e puri”, a giudicare da
quanto è stato stabilito nel decreto del ministro del Tesoro, lo scorso 9 giugno, particolarmente generoso con la Scuola Bosina di Varese.
Un nome che forse dice poco ai più, ma che nella Lega Nord dice molto.
La Scuola Bosina, o Libera Scuola dei Popoli Padani (una delle associazioni della galassia Lega nord), è stata infatti fondata nel 1998 dalla signora Manuela Marrone, “maestra di scuola elementare di lunga esperienza” (spiega il sito della scuola), ma soprattutto moglie di Umberto Bossi.
La signora Marrone è tuttora tra i soci della cooperativa che dà vita a questa scuola materna, elementare e secondaria, improntata alla cultura locale, alle radici e al territorio.
Presidente della scuola è Dario Galli, che oltre a occuparsi di pedagogia padana è stato anche senatore della Lega.
Proprio il Senato, in commissione Bilancio (di cui la Lega ha la vicepresidenza), ha formalizzato l’elenco di enti beneficiari dei contributi stanziati nel «Fondo per la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio» creato nel 2008.
Un elenco lunghissimo che comprende associazioni culturali, case di riposo, comuni, fondazioni, diocesi, parrocchie, università e appunto qualche scuola. L’impegno statale per l’istituto scolastico padano è complessivamente di 800mila euro per due anni, 2009 e 2010, rubricato alla voce non meglio precisata di “ampliamento e ristrutturazione”.
Il provvedimento della commissione bilancio ha anche un nome più popolare, «legge mancia», perchè in quel modo senatori e deputati assegnano contributi e fondi a enti o amministrazioni che hanno particolarmente a cuore (per circa 200 milioni di euro tra Senato e Camera), per fini elettorali.
Leggiamo un po’ in cosa consiste la metodologia della scuola Bosina sul sito della Lega Nord (una scuola di partito o una scuola sul sito di partito?).
“La Scuola Bosina si propone come obiettivo quello di coniugare l’insegnamento previsto dagli organismi competenti con le esigenze del tessuto sociale locale, di formare futuri cittadini integrati nella realtà storica, culturale, economica e industriale che li circonda, pronti a confrontarsi con altri modelli sociali”.
Il metodo educativo padano si incentra sulla «progressiva scoperta del territorio» che avviene fin dalla scuola dell’infanzia, presentando narrazioni popolari, leggende, fiabe e filastrocche strettamente legate alle tradizioni locali e “numerose visite guidate sul territorio, che consentono al bambino di riconoscere da diverse angolature la propria identità “.
Identità formata anche con lo studio del dialetto locale (tra cui appunto la lingua bosina, cioè il varesino).
Fermo restando che ognuno è libero, se ne ha le competenze, i titoli e i mezzi, si creare la scuola che più gli pare, è altrettanto evidente che non può pensare di vivere grazie ai contributi degli italiani che quella scuola non frequentano.
In soldoni, chiunque voglia crearsi una “scuola di partito” almeno abbia il buon gusto di pagarsela di tasca, non di farla pagare ad altri.
E veniamo a un interessante e illuminante dettaglio: la scuola Bosina è intestata a una società cooperativa (di cui è socia anche la moglie di Bossi), con sede legale a Varese, che ha chiuso il bilancio 2008, guarda caso, con una perdita di 495.796 euro.
E puntuale ecco che arriva un contributo biennale di 800.000 eurini dalla Roma ladrona, incarnato dal ministero del Tesoro del fedele Tremonti.
Siamo maligni?
O forse tutto deriva dalla necessità di accogliere a scuola qualche decina di bimbi extracomunitari tanto cari al popolo leghista?
Non crediamo sia questo il caso….
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