MA QUALI AUTONOMIE? NEI PUBBLICI SERVIZI SERVE UN EFFICIENTE STATO CENTRALISTA
SCUOLE, FERROVIE, SANITA’, ACQUE, ELETTRICITA’ MISURANO IL GRADO DI CIVILTA’ DI UNA COMUNITA’…IN UNO STATO NAZIONALE CHE SI RISPETTI LA QUALITA’ DI UN VIAGGIO IN TRENO DOVREBBE ESSERE LA STESSA OVUNQUE: L’ODISSEA DI UN DOCENTE UNIVERSITARIO
Un treno che parte dalla terza città d’Italia, un espresso notte che da Torino raggiungerà Reggio Calabria.
Vi sale anche uno stimato docente universitario genovese, il prof. Dino Cofrancesco, cattedra di Storia del pensiero politico all’Università di Genova, qualificato collaboratore di testate nazionali.
Il resoconto del viaggio lo ha fatto qualche giorno fa sul quotidiano genovese “il Secolo XIX” e ne riportiamo qualche considerazione in sintesi.
Pur percorrendo solo il tratto tra Torino e Genova, il docente definisce il viaggio “un’esperienza sconvolgente: il convoglio era costituito solo da sei vetture di seconda classe, senza aria condizionata, coi finestrini bloccati dalla ruggine e dalla salsedine. Valigie nei corridoi, toilette in gran parte bloccate, sporcizia ovunque, una bolgia infernale e un caldo tremendo”.
Questo il treno appena partito: il capotreno infatti spiega ai viaggiatori che non c’è da meravigliarsi, visto che quelle vetture attendevano da giorni la partenza sotto un sole rovente.
Il prof. Cofrancesco definisce il suo breve viaggio “una lezione di vita e di storia indimenticabili”.
E scrive:”In anni in cui si discute di avveneristici ponti sullo Stretto, partono dalla civilissima Torino treni che nelle aree più depresse dell’Europa balcanica, sarebbero considerati un’offesa alla dignità umana. Si può davvero pensare che se la destinazione non fosse stata Reggio Calabria, ma Roma o Trieste, i dirigenti della stazione sabauda avrebbero utilizzato quelle vetture vecchie e scrostate, neritevoli di riposo eterno? I meridionali che ho incontrato si sentivano trattati come animali ammassati in un carro bestiame, vittima di una cultura nordista che li retrocede a sudditi”.
Cofrancesco offre la sua riflessione: “Ma quali autonomie? Nei settori decisivi della convivenza sociale, bisogna tornare allo Stato forte e accentratore della destra storica, a una filosofia politica aperta al mercato, ma non in quei pubblici servizi come la scuola, le ferrovie, la sanità , le acque, l’elettricità , che misurano il grado di civiltà di una comunità “.
Secondo Cofrancesco “in uno Stato nazionale che si rispetti, la qualità del viaggio dovrebbe essere la stessa ovunque: stesse carozze, stesse tariffe, stessa direzione generale e responsabile. Ma questo linguaggio è diventato ostico a una classe dirigente che si pasce di retorica federalista e di Carlo Cattaneo solo per moltiplicare poltrone e privilegi, guardandosi bene dallo spiegarci perchè in altri contesti europei, come la vicina Francia, proprio la tenuta dell’Amministrazione centrale assicura ai cittadini servizi e diritti”.
Anche un viaggio in treno fa riflettere sul futuro del nostro Paese.
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