RIMPATRI, IL M5S ATTACCA SALVINI: “COME PUO’ RISOLVERE IL PROBLEMA SE AL VIMINALE NON C’E MAI?””
I DATI CERTIFICANO CHE SALVINI HA FATTO PEGGIO DI MINNITI: 15 RIMPATRI AL GIORNO CONTRO 18 DI MINNITI… “IL DECRETO SICUREZZA BIS NON PASSERA’ MAI, PER NOI NON ESISTE”
Per uscire dall’angolo Matteo Salvini piazza, nel campo minato delle prossime due settimane, il decreto Sicurezza bis. E l’alleato di governo Luigi Di Maio, che non molla la presa, forte della risalita nei sondaggi, lo provoca sul conflitto di interessi e lo attacca sulla questione rimpatri: il vero nervo scoperto del ministro dell’Interno che aveva messo questo punto in cima alla sua agenda.
“Se Salvini al Viminale non c’è mai, come può risolvere il problema dei rimpatri? Sono 500mila gli irregolari, come ha fatto scrivere nel contratto di governo, o 90mila come va dicendo adesso?”, è la stilettata lanciata dai pentastellati mentre il leader leghista tenta il colpo di coda mandando una doppia missiva al premier Giuseppe Conte e al ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi in cui chiede “un salto di qualità ” nel contrasto all’immigrazione.
Parole che suonano alle orecchie di Di Maio come le scuse di uno scolaro che non ha fatto i compiti a casa.
Poco dopo, fonti del Viminale fanno sapere che sia Conte e sia Moavero Milanesi hanno risposto alla lettera di Salvini parlando di “piena sintonia e condivisione degli obiettivi”. Tutto vero ma da ambienti vicini a palazzo Chigi viene precisato che il premier avrebbe fatto notare a Salvini che un tavolo permanente alla Farnesina con il ministro della Difesa e supervisionato dallo stesso presidente del Consiglio c’è già e si occupa proprio dell’emergenza in Nord Africa e in Africa.
“Tuttavia Salvini non ha mai partecipato. È il benvenuto”, dicono le stesse fonti mentre i leghisti fanno trapelare che a breve ci sarà un incontro al ministero degli Esteri sui rimpatri e a questo proposito il leader legista cita i dati: 2.301 nel 2019. I pentastellati fanno notare come questo sia l’unico dato che Salvini non mette a confronto con quello del 2018: “Minniti ne rimpatriava 18 al giorno, Salvini 15”.
Il clima è tutt’altro che sereno e il cortocircuito a due settimane dal voto delle Europee è totale. Dal Movimento 5 Stelle garantiscono che il decreto Sicurezza bis così com’è non vedrà mai luce: “Anzi, neanche esiste. Nessuno lo ha visto nessuno”.
Stando però a quanto trapelato fino ad ora, i dubbi sarebbero molti, sia politici sia tecnici.
Di Maio si spinge oltre il metodo e andando a guardare i contenuti di quello schema ne sottolinea la vacuità , avanzando il sospetto che si tratti di un’arma di distrazione di massa usata da Salvini per nascondere mediaticamente il caso Siri: “Non vorrei che il decreto sicurezza fosse l’ennesima iniziativa per coprire il caso Siri e per coprire quello che è successo sulla corruzione in queste tre settimane, perchè all’interno non vedo grandissime novità sui rimpatri, che sono oggi il tema centrale per l’immigrazione”, sottolinea il capo del Movimento 5 Stelle.
Il tema dei rimpatri non potrà essere contenuto nel decreto Sicurezza bis, piuttosto si tratta di avviare una serie di tavoli bilaterali con i Paesi stranieri affinchè ci sia una stretta collaborazione che, per adesso, vi è solo con la Tunisia e con non poche polemiche: “Noi siamo pronti a dare una mano al ministero dell’Interno se serve. Io non faccio il ministro dell’Interno, ma non può essere sempre colpa degli altri”, scrive Di Maio.
“Non daremo a Salvini competenze che non sono sue come il controllo delle acquee”, i 5Stelle non hanno dubbi e smontando il decreto Sicurezza bis spostano l’attenzione sul conflitto di interessi.
(da “Huffingtonpost”)
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