RITORNA A DUE GIORNI DALLE EUROPEE L’ANNUNCIO DELLA SOCIAL CARD, MA SI POTRA’ RICEVERLA SOLO A SETTEMBRE
IL SOLITO SPOT ELETTORALE…. CON GLI ESERCENTI IN RIVOLTA PERCHE’ NON VOGLIONO APPLICARE LO SCONTO DEL 15%
L’annuncio arriverà il 6 giugno, ad appena 48 ore dall’apertura dei seggi. E lo farà il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Ecco, per il secondo anno, “Dedicata a te”, la social card del governo Meloni per i poveri con figli. Avrà più soldi, dovrebbero essere 500 euro dai 460 dell’anno scorso, ma l’importo è da fissare.
Andrà a più famiglie, 100 mila extra nelle stime, 1,3 milioni in tutto con Isee fino a 15 mila euro. Ci si potranno comprare più cose: non solo la spesa di selezionati beni alimentari (alcol escluso), ma anche prodotti del Made in Italy, benzina, abbonamento ai trasporti. Ma soprattutto: sarà operativa da settembre. Pubblicizzata a ridosso delle europee, distribuita da luglio alle Poste, spendibile in autunno.
Tempismo studiato
Un tempismo differito e non casuale. Il rinnovo della card è stato deciso in legge di Bilancio, quindi a dicembre. Così i soldi stanziati: 600 milioni a cui aggiungere circa 50 milioni avanzati l’anno scorso perché non richiesti o non spesi. Manca il decreto attuativo, atteso da cinque mesi (devono firmarlo quattro ministeri: Agricoltura di concerto con Mef, Lavoro e Imprese).
Non è ancora pronto, un ritardo studiato. Dovrebbe esserlo giustappunto per il grande spot del 6 giugno. Sempre che i rappresentanti della distribuzione, dopo il gelo del tavolo con Lollobrigida di martedì, diano il via libera. I rapporti sono tesi. E non è escluso che ci sia una rottura
Le tensioni con le imprese della distribuzione
Lo scontro ruota attorno allo sconto del 15% che il ministro chiede di applicare a chi acquista con la card, come accaduto lo scorso anno. Soltanto che il gioco non vale la candela. Quello sconto – spiegano Coop, Conad, Confcommercio, Confesercenti; Federdistribuzione – non è compensato dall’aumento degli scontrini, come paventato dal ministro. Le sigle sono rimaste scottate dall’iniziativa dello scorso anno, seguita dall’altrettanto poco attrattivo “trimestre tricolore” del ministro Adolfo Urso con alcuni prezzi calmierati. Bottino magro.
Ecco perché insistono con Lollobrigida per togliere lo sconto o abbassarlo. Il ministro vuole invece alzarlo, al limite lasciarlo variabile. Che siano i punti vendita a farsi la “guerra” per i poveri. Con lo spiazzamento possibile tra esercenti dello stesso territorio. Le categorie temono questo scenario. E proveranno a presentarsi compatte al prossimo tavolo, convocato in fretta e furia il 4 giugno. A ridosso del grande annuncio del 6.
Lo scambio con le commissioni sui buoni pasto
Come margine di trattativa e scambio, chiedono di limitare le commissioni sui buoni pasto che arrivano fino al 18% per i ticket emessi dalle imprese, contro il 5% di quelli assegnati ai lavoratori della Pa. Ma Lollobrigida ha già detto che il tema non è di sua competenza e che lui non può farci nulla, se non sensibilizzare colleghi di partito e di governo. E annunciare una carta che non c’è.
(da agenzie)
Leave a Reply