RITORNO A CASA: IN VENETO 40.000 STRANIERI REGOLARI PRONTI A RIENTRARE
A CAUSA DELLA CRISI ECONOMICA MOLTI IMMIGRATI STANNO MEDITANDO DI TORNARE NEL PROPRIO PAESE… ….IN VENETO RIGUARDEREBBE IL 10% DEI 450.000 STRANIERI REGOLARI…. PROGETTO CARITAS-COMUNE DI VICENZA PER AIUTARLI A REINTEGRARSI NELLA LORO TERRA CON UN MINIMO STANZIAMENTO
C’è la crisi e molti immigrati desiderano tornare in patria. Ma non è un’impresa da poco, soprattutto per chi ha una famiglia alle spalle da mantenere.
Non sono pochi quelli che, per motivi economici o familiari, vorrebbero tornare a casa: in Veneto sarebbero circa 40.000. Così il Comune di Vicenza ha deciso di aiutare gli stranieri a rimpatriare. Tanto che si prepara a finanziare con 50.000 euro un progetto predisposto dalla Caritas.
Nei mesi scorsi, nel’ambito dei 300mila euro stanziati per il fondo di solidarietà contro la crisi, il Comune aveva già destinato 50.000 euro per il progetto di minicredito della Caritas, mettendone a disposizione altri 50.000 per ulteriori iniziative.
La Caritas ora ha proposto di aiutare gli immigrati che a causa della crisi e della riduzione di
personale di molte aziende della provincia, non riescono più a vivere a Vicenza, per i costi delle locazioni e le conseguenze del carovita, non compensati da adeguate fonti di reddito, e che non hanno nemmeno i soldi e gli appoggi per fare rientro a casa.
Si tratta di persone che vivono anche una situazione di disagio psicologico, non solo hanno bisogno di aiuto per reintegrarsi nella loro terra di origine, ma se rimanessero qua peserebbero in modo considerevole sui servizi sociali del Comune.
Secondo i dati della Caritas veneta, sarebbero circa 40.000 gli immigrati colpiti dalla crisi e pronti a tornare nei loro Paesi: il 10% circa dei 450.000 stranieri regolari presenti nella regione.
Un progetto assistito favorirebbe ulteriormente la ripresa dello straniero, una volta rientrato nel suo Paese, dandogli un minimo di respiro economico, in attesa di trovare un lavoro adeguato.
Ci sono poi quei nuclei familiari dove magari uno tornerebbe in patria, mentre altri rimarrebbero a Vicenza.
Chi parte magari un domani avrà una porta aperta per ritornare, quando la crisi sarà passata.
I rimpatri più consistenti si preannunciano verso i Paesi dell’Est, in particolare verso la Romania, l’Ucraina e la Moldavia.
Si tratta in fondo di gestire con intelligenza e senza eccessi forcaioli i flussi migratori a seconda delle varie fasi economiche.
Restare senza lavoro è già un dramma, essere disoccupati in una terra straniera ancora di più.
Da qui l’opportuna iniziativa di aiutare chi vuole rientrare, garantendo un aiuto economico che comporta in fondo pur sempre un risparmio per i Comuni, di fronte ai costi sociali che salirebbero vertiginosamente nel caso che invece gravassero sulle strutture della regione.
Un esempio da seguire anche in altre realtà locali per evitare il crearsi di sacche di emarginazione sociale.
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