L’ISLAM ALLA CONQUISTA DEI PORTAFOGLI OCCIDENTALI
SI SVILUPPANO I PRODOTTI FINANZIARI DELLA SHARIA… CRESCONO DEL 15% GLI SPORTELLI CHE OPERANO SECONDO IL CORANO… ANCHE PARIGI LI SPONSORIZZA
A invadere l’Occidente magari non sarà il dinamismo demografico dei musulmani o la fede islamica, ma potrebbero essere i risvolti finanziari della Sharia.
Gli sportelli islamici hanno letteralmente quadruplicato il loro trend di crescita grazie alla crisi di Wall Street e delle piazze europee.
La diffusione dei prodotti come i sukuk, i bond legati al Corano, è cresciuta con una media annuale del 4% fino al 2007.
Da giugno 2008 ad aprile 2009 l’impennata invece ha quasi raggiunto il 16%.
Il motivo è da ricercarsi nel fatto che finanza islamica, da non confondersi con quella araba dei petrodollari, o dei fondi sovrani, vieta i tassi di interesse e soprattutto impone una compartecipazione del rischio tra emittente e sottoscrittore.
In pratica niente mutui spazzatura, e leve finanziarie solo se sotto c’è una proporzionata capitalizzazione.
La finanza islamica ha forti principi ed è solida: al momento gli “asset” islamici rappresentano una piccola percentuale sul totale del mercato internazionale, circa il 4%, ma la capacità di evitare cartolarizzazioni renderà i portafogli legati al Corano dei pilastri internazionali.
Dopo Londra, anche Parigi fa un passo in questa direzione.
Il ministro dell’Economia francese ha annunciato di voler aprire una banca islamica francese sul modello dell’Islamic Bank of Britain e del sistema lussemburghese.
In Lussemburgo al momento sono quotati 14 piani obbligazionari islamici per un valore di 5.5 miliardi di dollari, mentre sono 31 i fondi d’investimento conformi alla Sharia.
Anche il presidente del Kazakistan ha permesso la costituzione di istituzioni finanziarie islamiche, proprio per favorire il flusso della finanza parallela del Corano, sperando di colmare la fuga dei capitali occidentali.
In Italia solo Monte dei Paschi di Siena e Abn Amro hanno stipulato accordi per offrire, a chi li chiedesse, mutui islamici che a sud delle Alpi non sono ancora convenienti a causa delle clausole notarili e relative spese.
Per gli altri strumenti appetibili invece la Banca d’Italia continua a negare le autorizzazioni ad aprire banche islamiche.
Sono in molti gli analisti del settore pronti a scommettere che dopo un eventuale ok di Bankitalia assisteremmo a un vero e proprio boom.
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