RIVELAZIONI DELLA CONCEICAO: FALSI DOCUMENTI DATI A RUBY PER COSTRUIRSI UNA FINTA IDENTITA’ DA MAGGIORENNE
LA BRASILIANA CHE OSPITAVA RUBY ANNUNCIA: “AL PROCESSO DIRO’ LA VERITA’, NON RISCHIERO’ IL CARCERE PER SALVARE ALTRI”… MORA LE OFFRI’ 1.000 EURO PER PROSTITUIRSI CON UN MINISTRO… RUBY TORNO’ CON 5.000 EURO E DEI MODULI PER CAMBIARE IDENTITA’: CHI GLIELI FORNI’?
Qualcuno aveva dato alla marocchina delle carte per costruirsi una finta identità . Da maggiorenne.
Poi il piano è saltato e lei ha buttato tutto nel water.
Lo rivela all’Espresso Michelle Conceicao, che divideva la casa con Karima.
E che aggiunge: «Al Pm non ne ho parlato, ma al processo dirò la verità »
La super-testimone del caso Ruby rompe il silenzio.
Michelle Conceicao Oliveira, brasiliana trapiantata a Milano, è una bella donna che da oltre un anno custodisce segreti di Silvio Berlusconi.
Ha ospitato per più di un mese Karima El Mahroug, alias Ruby Rubacuori, proprio mentre la minorenne marocchina passava le notti a casa del premier e intascava decine di migliaia di euro.
E il 27 maggio 2010, quando Ruby viene fermata per furto e il capo del governo racconta una balla alla polizia pur di farla rilasciare (spacciandola per la nipote di Mubarak), è sempre lei che accetta di riprendersi in casa quella mina vagante.
Interrogata dai magistrati, Michelle ha raccontato poco o nulla.
La settimana scorsa, intervistata da La7, ha confermato le sue reticenze: “Io so tutto, ma ai pm non ho detto tutta la verità “.
Ora ha deciso di rivelare a “l’Espresso” una parte delle sue verità .
C’è la storia di Lele Mora che le offre denaro per regalare una notte di piacere a un ministro.
Ruby che le racconta i sexy-festini di Arcore e intanto la invita a “prostituirsi con altri clienti a Milano”.
Silvio Berlusconi che scherza su decine di ragazze che lo chiamano Papi già all’inizio del 2009, mentre è a cena con Giampaolo Tarantini, il quale ne approfitta per chiedergli “un aiuto per gli affari”.
C’è pure “un politico del Pd pugliese” che ci prova: sesso in cambio di soldi.
E un plico di misteriosi “documenti d’identità in bianco”, descritti come “moduli per cambiare generalità “, che vengono distrutti da Ruby il 5 giugno 2010, al culmine della sua lite finale con Michelle.
Altre storiacce, come l’esistenza di foto della minorenne seminuda ad Arcore o bunga bunga con leader stranieri, la brasiliana non vuole confermarle. E rinvia tutto al tribunale: “Lì dovrò giurare di dire tutta la verità . E il pm Ilda Boccassini non è una che si fa prendere in giro. Non rischierò il carcere per salvare altri”.
Nata a Rio de Janeiro il 3 maggio 1978, Michelle vive in un triste appartamentino al piano terra nella fascia sud di Milano, più vicino alla circonvallazione che ai Navigli.
Padre ufficiale della Marina brasiliana, madre cresciuta in un povero villaggio dell’Amazzonia, ha un figlio “amatissimo” che vive coi nonni ed è arrivata in Italia a 25 anni, al seguito di un immobiliarista lombardo di cui è diventata l’amante fissa.
A “l’Espresso” risulta che sia figlio di un imprenditore che fece affari con Berlusconi negli anni della prima accumulazione edilizia delle sue fortune. Michelle chiede di “non fare il nome”.
Occhi neri, pelle ambrata, spiega perchè ha taciuto con i pm tormentandosi i capelli: “Avevo paura. Ricevevo ogni notte telefonate e minacce anonime. Ora ho capito che sono davvero in pericolo solo finchè resto l’unica a conoscere certi segreti”.
Il primo appartiene ai misteri gaudiosi: qual è il segreto del successo di Lele Mora?
Michelle racconta un’esperienza personale: “L’anno scorso, tra giugno e luglio, ero a cena a casa sua. Lele mi ha preso da parte e mi ha messo mille euro nella borsetta. Voleva che andassi a letto con un politico molto importante, uno del governo, in un albergo vicino a Milano dove c’era una convention. Diceva che era tutto pronto: “Ti porta il mio autista”. Avrei dovuto salire in camera senza lasciare documenti, bussare e presentarmi così: “Sono il regalo di Lele”. Naturalmente ho rifiutato”.
E Mora? “Era arrabbiatissimo. Ora capisco meglio il perchè: voleva comprare il mio silenzio”.
In quei giorni, in effetti, Michelle era diventata per la prima volta l’anti-Ruby. Un problema nato il 5 giugno.
Una lite tra le due ragazze provoca l’arrivo della polizia.
E’ quello l’imprevisto che fa arrivare in Procura il primo fascicolo: il 27 maggio infatti i vertici della questura avevano taciuto ai pm che, per quella marocchina, si era mobilitato il premier.
Davanti alla volante, le due ragazze “si accusano reciprocamente di prostituzione”.
Ora Michelle aggiunge che “quella notte Ruby ha distrutto documenti: erano moduli da compilare in italiano, con cui le avevano promesso di crearle una nuova identità . Li ha fatti a pezzi e buttati nel water”.
Come li aveva avuti?
“Il 29 maggio è uscita di casa: quando è rientrata, aveva una busta con 5 mila euro e quei documenti”. Il ricordo di Michelle potrebbe essere il classico tassello mancante.
Paolo Biondani
(da “L’Espresso“)
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