IL GOVERNO BERLUSCONI-SCILIPOTI SI E’ FATTO SOLO UN’AGOPUNTURA: LA POLITICA SI FA FUORI DAL PALAZZO
DOPO MESI DI CAMPAGNA ACQUISTI LA MAGGIORANZA E’ SEMPRE FERMA A 314 VOTI, INVECE DEI 316 NECESSARI E DEI 330 ANNUNCIATI… ORA SARANNO IMPORTANTI LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DOVE IL CASTELLO DI CARTA DEL PREMIER POTREBBE CROLLARE
Era il 14 dicembre 2010: viene votata la sfiducia al governo.
Votano a favore della maggioranza in 314, contro in 311.
Nei giorni precedenti si era assistito a uno squallido mercato di compravendita di voti in Parlamento per permettere al premier di non dover presentarsi in tribunale senza più immunità .
Non a caso i provvedimenti in tema di giustizia nei mesi seguenti sono stati tutti caratterizzati dall’obiettivo di assicurarsi l’immunità giudiziaria, nel caso qualcuno avesse avuto dei dubbi.
Nasce il governo Berlusconi-Scilipoti & soci, ma il premier annuncia da subito che “altri seguiranno, saremo in 330, Fli si sfascerà , c’è la ressa per rientrare nel Pdl”.
Lasciamo parlare i fatti.
26 gennaio, sfiducia a Bondi, maggioranza prende 314 voti
13 febbraio, caso Ruby, maggioranza sale a 315 voti
25 febbraio, fiducia sul Milleproroghe: maggioranza scende a 309 voti
2 marzo, federalismo municipale, maggioranza risale a 314 voti
24 marzo, risoluzione sulla Libia, maggioranza riscende a 300 voti
5 aprile, conflitto di attribuzione, maggioranza risale a 314 voti
13 aprile, processo breve, maggioranza ferma a 314 voti
In pratica da dicembre il governo non ha mai raggiunto, su un provvedimento, la maggioranza richiesta di 316 deputati su 630.
Nonostante i tentativi vergognosi di comprare deputati con promesse, posti di governo e di sottogoverno, garanzia di ricandidature.
Nulla, da quota 314 Silvio non si è smosso.
E quella quota la raggiunge solo con tutti i ministri precettati e presenti in Aula, senza missioni, malattie e impegni vari.
Cosa che può sostenere solo programmando le votazioni, non certo nel normale iter parlamentare dove andrebbe spesso sotto.
Per questo il Parlamento è fermo, per non correre rischi.
Ma questa era solo la doverosa premessa, peraltro necessaria per rendere evidente il bluff permanente del premier.
Da qui discende in molti la domanda: ma questo governo resisterà fino a fine legislatura?
Il premier è intanto finora riuscito a distribuire pochi posti di governo e, avendone altri a disposizione, ha giocato con gli “aspiranti” a nascondino, trattenendoli sulle spine.
Non potevano così non sostenerlo, confidando nella mancia promessa.
Ora che dovrà accogliere le loro richieste, è chiaro che qualche scontento emergerà .
Ma più di questo aspetto, conterà l’esito “fuori dal Palazzo” ovvero il consenso elettorale.
Se venisse meno questo, il Pdl imploderà da sè.
Sono quindi fondamentali gli esiti delle elezioni amministrative tra un mese: dovesse cadere la Moratti a Milano, tanto per capirci, e il Pdl perdesse ovunque diversi punti in percentuale, va da sè che i “riposizionamenti interni” porterebbero sull’orlo della crisi.
E qualcuno comincerebbe a guardare ad un’alternativa per non essere tagliato fuori dai giochi futuri.
In conclusione avere la maggioranza risicata in Parlamento può fare sopravvivere, ma non averla nel Paese porta solo ai funerali di Stato.
E allora neanche l’agopuntura di Scilipoti può fare miracoli.
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